(Il Messaggero – U. Trani) Il tam tam quotidiano parte forte già al mattino e stavolta non riguarda un capitano ma addirittura due: Totti e De Rossi che lasciano l’allenamento. Anche il sito internet della Roma, per la verità mai cosi tempestivo e puntuale (e mattiniero)
rassegna stampa roma
Totti & De Rossi, panchina addio
(Il Messaggero – U. Trani) Il tam tam quotidiano parte forte già al mattino e stavolta non riguarda un capitano ma addirittura due: Totti e De Rossi che lasciano l’allenamento. Anche il sito internet della Roma, per la verità mai cosi...
dà l’annuncio della ritirata dei due romani. Per chiarire come l’uscita dal campo fosse legata, per entrambi, a problemi fisici. E non a una convocazione improvvisa dei due in sede, dove già da un’ora era presente Rosella Sensi, alla seconda visita consecutiva a Trigoria in due giorni, dedicandosi però ai conti più che alla squadra.Totti e De Rossi, però, non staranno fuori anche a Cesena, dopo la domenica passata in panchina a Genova, a parte quei quattro minuti finali concessi, con poco rispetto, da Ranieri a Francesco. Il bollettino medico non mette in dubbio la loro presenza nella prima gara del girone di ritorno: affaticamento muscolare ai flessori delle due gambe per il primo che ha poi continuato a lavorare al chiuso, dolorino al ginocchio per Daniele. Insomma, domenica la Roma ritroverà i suoi due capitani.Se per De Rossi, bloccato da una bronchite, il rientro era scontato, per Totti c’è chi già sospetta che Ranieri voglia subito farsi perdonare regalandogli la ventunesima gara da titolare della stagione. Non è così. Francesco, in campo per tutta la gara del 6 gennaio contro il Catania, avrà spazio proprio per il turn over che ne aveva certificato l’esclusione, anche perché poi, mercoledì 19 gennaio, salterà per squalifica il derby di Coppa Italia. E’ facile che a lasciargli il posto sia Borriello, dolorante ormai da più di un mese alla spalla, con la conferma di Vucinic e Menez. Anche ieri, prima di uscire dal campo in anticipo, il capitano è stato provato con il montenegrino e il francese, schemi d’attacco già proposti martedì pomeriggio alla ripresa degli allenamenti. Con Totti titolare e senza Borriello, l’allenatore avrà la possibilità di scegliere tra due opzioni: continuare con il 4-3-1-2, con Francesco e Mirko davanti, oppure tornare al 4-2-3-1, con il capitano centravanti, Perrotta trequartista, Menez e e Vucinic sui lati. D’ora in poi, come da colloquio di martedì con il tecnico, Totti si dovrà abituare alla rotazione, più semplice da accettare quando ci sono impegni ravvicinati e importanti. Il suo impiego non sarà solo uno dei problemi di Ranieri sino a fine stagione, ma anche del nuovo allenatore. Sentite quanto disse proprio Ancelotti, primo candidato alla panchina giallorossa, meno di un mese fa, su Totti: «Ritengo che un giocatore della sua età, e coi problemi fisici che ha avuto, debba essere gestito. Quindi credo sia impensabile che debba essere considerato intoccabile. Parliamo comunque di un giocatore che se gestito al meglio dal punto di vista fisico può continuare ad essere molto importante per la Roma. Capisco che per Ranieri non è semplice lasciare Totti in panchina ma il fatto di partire fuori può essere per Francesco un modo oculato di gestire le sue risorse».«Pensiamo al presente, poi domani si vedrà». L’uscita di martedì non è casuale. Francesco non intende sbilanciarsi apertamente sul futuro. Per la verità, nemmeno De Rossi lo fa. O meglio, quando parla su certi argomenti, è inequivocabile. A Cluj, a fine partita lo scorso 8 dicembre, Daniele disse: «Il calcio italiano mi piace sempre meno: se resto a Roma, è per mia figlia e i tifosi». A Milano, la sera del 18 dicembre prima di tornare a casa, fu pesante, quando per difendere Doni rivelò la presenza di «papponi che fanno i padroni a Trigoria» (a proposito: sembra che con quel «basta con gli atteggiamenti autolesionisti» la Sensi martedì si rivolgesse pure a lui, oltre che al tecnico e al capitano). Se il contratto di Totti scade il 30 giugno del 2014, quello di De Rossi termina due anni prima. Ma per ora non sta cercando i dirigenti per il rinnovo. Non ha fretta, quella che dovrebbe avere la società. Lui, più di tutti, respirando quotidianamente l’aria di Trigoria anche in compagnia del papà Alberto, vuole vedere prima in faccia il nuovo proprietario.
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