(Il Romanista - C.Zucchelli) - Una notte che nasce e finisce con gli applausi. Una notte in cui la Roma ritrova il suo re: da quando mette piede in campo per il riscaldamento, accolto dal boato della Sud, a quando ribadisce che i suoi gol più belli «sono quelli alla Lazio».
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Totti, 250 gol e non sentirli
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Una notte che nasce e finisce con gli applausi. Una notte in cui la Roma ritrova il suo re: da quando mette piede in campo per il riscaldamento, accolto dal boato della Sud, a quando ribadisce che i suoi...
Finalmente. Finalmente Francesco Totti torna a segnare all’Olimpico, quasi otto mesi e mezzo dopo l’ultima volta che l’aveva fatto in campionato. «La vittoria ottenuta – dice a fine partita il Capitano – ci permetterà di trascorrere una domenica tranquilla. Abbiamo fatto il nostro dovere e aspettiamo i risultati delle altre. Il Cagliari – aggiunge – mi ha fatto una buona impressione e ha disputato una buona gara. Noi comunque ci abbiamo creduto per tutti i 90 minuti, anche nelle fasi più difficili, e questo spesso fa la differenza». L’ultima volta che aveva segnato davanti alla sua gente era il 9 maggio: di fronte, come ieri, il Cagliari. In mezzo è successo tanto, se non tutto: ci sono state le lacrime di Verona e quel suo sguardo fermo in mezzo al campo mentre vedeva sfumare l’ennesimo sogno, c’è stato il ritiro con tutti i buoni propositi, ci sono state le panchine, la nuova posizione in campo, più lontana dalla porta, le polemiche sulla tristezza e la voglia di mollare tutto. E poi ci sono stati anche i gol. Non tanti come negli anni passati (perlomeno da quando fa il centravanti) ma tutti importanti. D’altronde, quando si parla di lui non si può non parlare di reti. E di numeri.
Ieri sera Francesco Totti ha realizzato il gol numero 250 in maglia giallorossa, 195esimo in campionato, 13esimo in carriera al Cagliari. Quest’anno ha trasformato 4 rigori, dei 5 a disposizione: col Bari ha sbagliato, mentre con Basilea, Bayern, Juventus e Cagliari ha fatto gol. Quello che ancora manca è la rete su azione, realizzata quest’anno solo a Palermo, ma il Totti ammirato contro i sardi lo farà presto. Non giovedì, visto che in Coppa Italia deve scontare ancora tre delle quattro giornate di squalifica, ma magari già domenica pomeriggio a Bologna. Tutto sta nel ritrovare serenità: i tifosi – quelli veri - lo adorano, come gli hanno dimostrato anche ieri, e il sorriso con Ranieri al momento della sostituzione racconta di una rinnovata tranquillità anche nei confronti del tecnico. La sua partita è stata praticamente perfetta: quantità e qualità, oltre al gol anche passaggi millimetrici, di collo o di esterno, colpi di tacco, tiri dalla distanza, incitamenti ai compagni, palloni tolti dai piedi degli avversari anche al 90’: Totti voleva una prestazione così e se l’è presa. Con tutto se stesso. Sapeva di essere il più atteso e, come sempre nella sua carriera, ha risposto presente. Anche per zittire chi dice «non corre, è finito» senza magari averlo mai visto giocare dal vivo, almeno in questi ultimi tempi. Meglio non pensarci. Meglio dare importanza ad altre cose come, ad esempio, la faccia con cui è uscito dagli spogliatoi, che vale più di mille parole. Così come, quasi più di un gol, vale la sua risposta in zona mista: «I gol più belli? Quelli alla Lazio». E ride. La notte del re finisce come era iniziata: con gli applausi
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