(Il Messaggero - M.Ferretti) - Tom DiBenedetto, freschissimo proprietario della Roma, ha fatto il suo ingresso nello stadio Pasienky da un tunnel posto sotto la curva (ancora vuota) dei tifosi più caldi dello Slova
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Tom prima sfortunata «Ma andremo lontano»
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Tom DiBenedetto, freschissimo proprietario della Roma, ha fatto il suo ingresso nello stadio Pasienky da un tunnel posto sotto la curva (ancora vuota) dei tifosi più caldi dello Slova
n e si è diretto immediatamente negli spogliatoi della squadra giallorossa dove, un’ora abbondante prima del fischio d’avvio dello spagnolo Mateu Lahoz, ha incontrato e salutato calorosamente Luis Enrique e tutti i suoi giocatori. Elegante in un completo grigio, il neo padrone della Roma è rimasto nella pancia del minuscolo stadio di Bratislava per pochi minuti, giusto il tempo di snocciolare a tecnico e giocatori un paio di frasi di circostanza. Poi, sempre accompagnato da quanti avevano viaggiato con lui da Roma in Slovacchia, compreso l’attuale presidente della Roma, Roberto Cappelli, il ds Walter Sabatini e il consigliere Mauro Baldissoni, è andato a bordo campo per seguire, in maniche di camicia, il riscaldamento della sua Roma. «La mia emozione da nuovo proprietario della Roma? Per me, e per i miei soci, è un onore assumere il timone della Roma». E ancora. «Vorrei trasferire alla Roma la mia voglia di fare grandi cose, e sono certo che daremo soddisfazioni nel futuro di questa società. Il primo obiettivo che ci siamo posti è essere orgogliosi di quello che stanno facendo i ragazzi», le parole dell’imprenditore di Boston. Prima di salire in tribuna vip, DiBenedetto, sciarpa giallorossa al collo, si è recato sotto lo spicchio di stadio riservato ai tifosi arrivati da Roma, alcune centinaia (non sono mancati problemi con la polizia locale: si parla di quattro fermi): è stato riconosciuto e salutato con calore, cori e applausi, e si è prestato a decine e decine di foto scattate con i telefonini per immortalare un evento tanto storico quanto inaspettato. Soltanto pochi minuti prima del fischio d’avvio, DiBenedetto è salito nella piccola e angusta tribuna e, al fianco anche di Claudio Fenucci, ha seguito con interesse la partita, negativo esordio ufficiale della Roma della nuova éra. Una Roma (AS Rim sul tabellone dello stadio) rivoluzionata per il debutto internazionale. A (grande) sorpresa, Luis Enrique ha lasciato inizialmente fuori Totti e Borriello (perché?) preferendo mandare in campo Okaka e Caprari, in compagnia di Bojan. Fuori anche Perrotta, che nei giorni precedenti alla partita si era allenato poco e male: nessuno, però, immaginava che il tecnico asturiano alla fine avrebbe fatto scelte così particolari. Compresa quella di far partire titolare Fabio Simplicio che, alla pari di Okaka, non era stato neppure convocato per il ritiro di Riscone di Brunico ma era stato lasciato a Roma ad allenarsi con Alberto De Rossi. Poi, Luis Enrique, nel finale di partita ha fatto marcia indietro (dentro Perrotta, Totti e Borriello) ma la sua doppia scelta non ha convinto. Nessuno.
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