(Il Romanista-C.Zucchelli) La Roma arriva alla stazione di Milano accolta, alle 19.44, dalla musica di Jennifer Lopez. La piazza dove giocatori e dirigenti sono attesi da un pullman con l’immagine dell’ultima cena di Leonardo
rassegna stampa roma
Tocca a Borriello: «Io ci credo»
(Il Romanista-C.Zucchelli) La Roma arriva alla stazione di Milano accolta, alle 19.44, dalla musica di Jennifer Lopez. La piazza dove giocatori e dirigenti sono attesi da un pullman con l’immagine dell’ultima cena di Leonardo
(non sia mai oggi servisse un aiuto dall’alto…) è piena di ragazzi, pronti per il concerto "Milano libera tutti".
I calciatori sfilano tra l’indifferenza generale, giusto un ragazzo, probabilmente interista, sussurra all’amico: «Quello è Vucinic. Mi sa che l’anno prossimo viene a giocare nell’Inter». Difficile, almeno per ora. Quello che, invece, è certo è che Vucinic all’Inter vuole fare gol, in quella che è diventata la partita più importante della stagione: semifinale di ritorno di Coppa Italia (ore 20.45, diretta Rai 1), in palio la finale per conquistare la decima coppa. E molto altro. Se Mirko giocherà dall’inizio o invece subentrerà a partita in corso, ancora non si sa: probabilmente per la prima volta da quando è allenatore della Roma, Montella va a dormire, la notte prima della supersfida, con qualche dubbio di formazione.
Tra infortuni e squalifiche (out Mexes, Brighi, Totti e Taddei), al tecnico spetta il difficile compito di ponderare al meglio uomini e moduli. Ecco perché soltanto stamattina deciderà chi far partire dal primo minuto tra lo stesso Vucinic, che peraltro non sta neanche benissimo, e Jeremy Menez. Di sicuro c’è che, a far da terminale offensivo, sarà Marco Borriello: «Io ci credo», la sua affermazione detta a un tifoso, sorridendo ma neanche tanto, alla stazione Termini. Un altro dubbio di formazione è quello che riguarda l’impiego di Cassetti e Rosi: il primo ha un problema alla caviglia, il secondo all’inguine, ma entrambi faranno di tutto per esserci. Marco sosterrà un provino stamattina, Aleandro, invece, pare più sicuro di farcela: «Sto meglio, dovrei essere a disposizione». Montella conta di dargli un’altra possibilità dal primo minuto: in difesa, se Cassetti dovesse essere out; qualche metro più avanti se il numero 77 dovesse giocare. Dalle loro condizioni, inoltre, dipende anche il tipo di modulo che Montella adotterà: ieri, sul treno, l’allenatore e i suoi collaboratori sembravano più manager che uomini di sport, visto che sui loro tavolini erano aperti i computer (o gli I pad) con tutti i dati dei giocatori.
Se dipendesse da lui, Montella sceglierebbe il "solito" 4-2-3-1, con De Rossi e Pizarro davanti alla difesa e con Perrotta, Rosi e uno tra Vucinic e Menez (più il primo del secondo) dietro a Borriello. Se ci fosse l’assenza di Cassetti, Rosi andrebbe a fare il terzino, con Perrotta a destra e Simplicio (o Greco) nel ruolo di incursore. Altrimenti - ma è l’ipotesi meno probabile - potrebbe esserci un cambio di modulo, con la Roma schierata a rombo: in questo caso uno tra Pizarro e De Rossi sarebbe sacrificato e anche gli altri interpreti di centrocampo giocherebbero fuori ruolo. Quello che, comunque, farà la differenza - ne sono convinti tutti a Trigoria - sarà l’atteggiamento.
La Roma se la giocherà dall’inizio, per provare una rimonta difficile ma non certo impossibile, con la consapevolezza di avere i mezzi per riuscirci. I giocatori sembrano esserne convinti, bastava vedere i loro volti concentrati sul treno che (con 44 minuti di ritardo e con ospiti vip a bordo tra cui Marco Pannella e Giobbe Covatta) li ha portati a Milano. E se a Milano, ad attenderli, c’era un sole primaverile davvero splendido, allora sì che tutto può succedere.
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