rassegna stampa roma

Teppisti aggrediscono Menez

(Il Romanista – C.Zucchelli) – Ha formalizzato soltanto ieri la denuncia, oltre 24 ore dopo la sua notte di terrore. Jeremy Menez si è preso un giorno per calmarsi, per ritrovare serenità, per pensare «soltanto a giocare» dopo che...

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - Ha formalizzato soltanto ieri la denuncia, oltre 24 ore dopo la sua notte di terrore. Jeremy Menez si è preso un giorno per calmarsi, per ritrovare serenità, per pensare «soltanto a giocare» dopo che martedì sera è stato aggredito da alcune persone a bordo di tre, forse quattro, motorini.

«Ho avuto paura», ha confessato l’attaccante agli amici, sia italiani sia francesi, che in queste ore gli sono stati accanto. Accanto gli è stata anche la squadra, compreso l’allenatore, Vincenzo Montella, con cui mercoledì Menez ha avuto un confronto a tratti duro ma mai sfociato, almeno così dicono da Trigoria, nella violenza. Menez, d’altronde, era piuttosto scosso, tanto che aveva pensato anche di non presentarsi all’allenamento. Gian Paolo Montali, che era stato subito avvertito martedì sera, ci ha parlato e l’ha convinto ad andare al Bernardini, anche dopo una notte completamente in bianco. Non è riuscito a chiudere occhio, il francese. Già nei mesi scorsi aveva avuto qualche screzio con i tifosi, ma non si era mai passati dalle parole ai fatti. Martedì sera, invece, le cose sono andate diversamente: alcuni teppisti, a bordo di motorini, hanno affiancato la sua Smart nei pressi del Vaticano lanciando sassi e distruggendo il parabrezza. Non contenti, lo hanno inseguito, insultandolo, e a via Aurelia gli hanno lanciato contro altri sassi. Era circa mezzanotte e mezza, Menez, impaurito, ha evitato di rispondere alle provocazioni, ha tirato dritto ed ha telefonato al direttore operativo Gian Paolo Montali, il quale gli ha consigliato di andare a casa e tranquillizzarsi. Insieme hanno sporto denuncia, poi formalizzata ieri, insieme hanno deciso che la normalità era il modo migliore per superare l’accaduto. Mercoledì il giocatore era ancora piuttosto scosso, ieri invece appariva più sereno, persino sorridente. Tanto che si è allenato bene, con voglia, candidandosi con forza per una maglia da titolare sabato contro il Chievo. La squadra a cui ha segnato il primo gol in serie A con la maglia della Roma due anni e mezzo fa. All’epoca sembrava l’inizio di una grande storia d’amore, che però si è rivelata tale solo a tratti. Nella prima parte di questa stagione Menez sembrava aver compiuto il definitivo salto di qualità, salvo poi perdersi - come la Roma tutta - prima nella crisi Ranieri e poi nel cambio di allenatore. Con Montella il rapporto non è idilliaco: il tecnico pretende di più, lui è convinto di non riuscire a dare il massimo perché non si sente importante. E questo lo sta spingendo, sempre di più, a cambiare aria: la Juventus lo cerca con insistenza, lui preferirebbe andare in Inghilterra per completare un processo di crescita, soprattutto caratteriale, che a Trigoria non sembra essere più possibile. E quello che è successo martedì notte, che pure nulla ha a che vedere col calcio, non ha fatto altro che spingerlo sempre più lontano dai colori giallorossi.