(Corriere della Sera - B.Tucci) Tira un sospiro di sollievo Luis Enrique, ma i tifosi sono felici? Fatemelo dire: no. Perché la Roma che ha vinto la sua prima partita a Parma non è stata esaltante.
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Tanto lavoro ancora da fare
(Corriere della Sera – B.Tucci) Tira un sospiro di sollievo Luis Enrique, ma i tifosi sono felici? Fatemelo dire: no. Perché la Roma che ha vinto la sua prima partita a Parma non è stata esaltante.
Tutt'altro: ha messo in mostra i soliti difetti. Troppi passaggi, troppa leziosità, nessun affondo, gioco per linee orizzontali, ma noia per lo spettatore e per chi vuol vedere bel calcio. Però il risultato è soddisfacente: tre punti in trasferta ed un notevole balzo in classifica in un campionato che, al momento, non presenta prime della classe in assoluto. Ed allora, per quale ragione crocifiggere il mister giallorosso? No, non è questo il problema. Nessuno vuole metterlo sul banco degli imputati. Registriamo i fatti, siamo i fedeli cronisti di ogni partita giocata dalla Roma. Ed il pensiero finale qual è? Il tifoso, anche se ultrà, non ha gioito, non si è entusiasmato, non ha battuto le mani per una qualsivoglia azione del gruppo. Ha assistito ad incontri insapori, privi di idee, in una parola, scialbi che non hanno certo aiutato il popolo di Trigoria a correre allo stadio. Comunque sia, la Roma è lì, a ridosso delle prime insieme con la Lazio. E per questo le amarezze vengono digerite meglio o, forse, dimenticate. A dire il vero, la realtà è un'altra: indica che la strada maestra è ancora lontana e che il lavoro da fare è sempre tanto, se davvero si vuole che il «progetto americano» crei una svolta storica per la società giallorossa.
Dall'altra parte del Tevere, la rabbia è solo sopita. Il pareggio con il Palermo non ha sicuramente placato la tifoseria biancazzurra che dopo la campagna estiva prevedeva ben altri risultati. Piovono critiche sulla squadra, su Reja, sulla manovra che non convince. Il presidente Lotito se la prende con la stampa. Gioco semplice e scontato. Ma invece di inveire contro i giornalisti, «rei» soltanto di raccontare i fatti, se la prenda con chi è responsabile di una flessione ormai continua che non può essere addebitata (mi sembra logico) a chi svolge il suo lavoro con professionalità e diligenza.
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