rassegna stampa roma

Sud coerente: niente coreografia

(Il Romanista-T.Cagnucci) La Curva Sud non farà nessuna coreografia per il derby di domenica sera, così come era già successo il 13 marzo nell’ultimo Roma-Lazio giocato e quindi vinto.

Redazione

(Il Romanista-T.Cagnucci) La Curva Sud non farà nessuna coreografia per il derby di domenica sera, così come era già successo il 13 marzo nell’ultimo Roma-Lazio giocato e quindi vinto.

Chi sa di cose di curva sa il perché: un calcio che nega il diritto ai tifosi di tifare, di poter andare allo stadio in trasferta, che mette le tessere alla passione, che chiede di mandare un fax per avere libertà di espressione, che demanda a carte commerciali e di credito la sicurezza, oltre a tutto quello che di romantico ha già sepolto (dov’è il derby alle 15? I numeri dall’1 all’11? Le partite in contemporanea? Il retropassaggio a Zoff? Tonino Carino e Giorgio Bubba? Le bandiere?) non è un calcio che merita una coreografia.

Ma è il derby? Qualcuno dirà. Proprio per questo. Proprio nella partita che è sempre stata più di tutte la partita, nella partita dove s’è respirato - e giorni prima si faceva - calcio, pallone, passione, adrenalina, fantasia, piccola grande epica quotidiana, nella partita dei colori e degli spettacoli che l’hanno fatto grande prima di giocarla, prima di (s)venderla alle televisioni, prima di payperviuzzarla, proprio per questo - e per molto altro - è in questa partita che i tifosi della Curva Sud organizzata vogliono dire no. Stavolta se possibile sarà anche peggio: per la prima volta si è arrivati a lasciare la tribuna Tevere soltanto ai laziali possessori della Tessera del Tifoso. La Sud non farà coreografia, così come non l’ha fatta l’anno passato. Per chi non lo sapesse, l’anno passato molti tifosi hanno tifato la Roma da fuori lo stadio, anche nel derby. Soprattutto nel derby. E’ un modo di dire no, per preservare un sì al calcio quand’era ancora pallone. Qualcuno la chiama mentalità, altri coerenza, sicuramente e semplicemente è una scelta.

Su facebook c’è una nota abbastanza esauriente di un tifoso della Roma (si chiama Giuseppe Rigillo) circa l’argomento. Si legge: "Perché il derby di Roma è l’unico al mondo che genera questo tipo di restrizioni? Perché questa unicità non fa pensare... che è una mancanza di rispetto verso la città intera, verso una delle sue tradizioni e quindi anche verso i suoi abitanti? Perché i possessori di tessera del tifoso della Roma, tifosi quindi facenti parte dei "buoni" e ampiamente schedati, non possono andare in tribuna tevere? Perché chi ha richiesto la tessera del tifoso e, non per sua colpa, non ne è ancora in possesso non può andare in tribuna tevere? Perché tutto ciò non vale per la tribuna opposta, la montemario? Li non ci sono problemi di contatto tra tifoserie diverse? Si pensa forse che siccome costa 30 euro di più questo elimina il problema? E’ questa la considerazione che ha del "popolo" chi sta "sopra" e decide? La sicurezza ha il costo equivalente di un giretto sulla salaria?? (...) Perché nonostante biglietti nominali, tornelli, steward, controlli fin dal lungotevere, comitati e osservatori, insomma nonostante tanta gente impegnata (alcuni) e strapagata (altri) si prendono decisioni restrittive invece di "provare" a garantire normalmente l’ordine pubblico come nel resto del mondo?!?..:". Se qualcuno cercava un perché alla mancanza di coreografia della Sud in un derby, adesso dovrà dare una risposta lui.