(Il Romanista - V.Meta) - Nel futuro di Andrea Stramaccioni c’è l’Inter, la squadra che gli darà quello che la Roma non gli ha offerto: la Primavera. A rendere ufficiale quello che si andava dicendo da giorni l’incontro avuto ieri dal tecnico con Bruno Conti, che non ha potuto fare altro che lasciarlo andare.
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Stramaccioni addio, va all’Inter
(Il Romanista – V.Meta) – Nel futuro di Andrea Stramaccioni c’è l’Inter, la squadra che gli darà quello che la Roma non gli ha offerto: la Primavera. A rendere ufficiale quello che si andava dicendo da giorni l’incontro avuto...
«Di fronte a una proposta prestigiosa come quella dei nerazzurri, non tanto in termini economici quanto sotto il profilo della crescita professionale, non ho potuto trattenerlo» ha spiegato il responsabile del settore giovanile. L’accordo con l’Inter era stato raggiunto già qualche giorno fa, ora che il contratto con la Roma (rinnovato la scorsa estate e che sarebbe scaduto nel 2015) è stato rescisso, Stramaccioni è libero di firmare con i nerazzurri. Non è stato un addio indolore, tutt’altro: «Abbiamo parlato con franchezza - racconta Conti -. Stramaccioni mi ha detto "Bruno, io da grande vorrei fare l’allenatore". Cosa potevo dirgli? Questa è un’occasione troppo importante per la sua carriera, non posso che lasciarlo libero di coglierla. Per noi, per tutto il settore giovanile, sarà una grossa perdita: Andrea è un allenatore bravissimo, fra i migliori d’Italia, e lo dimostra il fatto che gli abbiano offerto anche l’Under 17. In questi anni ci ha fatto divertire, vincere e vivere delle bellissime emozioni, e per questo lo ringrazio di cuore ». Bruno Conti era l’unica persona a poter fare un estremo tentativo con Stramaccioni: è un po’ il suo padre calcistico, visto che è stato lui a portarlo alla Roma non ancora trentenne nel 2005, quando allenava la Romulea e fra i due si è stabilito un rapporto di affetto e reciproca stima che va oltre il lato tecnico. Per questo fino all’ultimo Conti ha sperato di riuscire a trattenere alla Roma il tecnico che in sei anni ha portato nella bacheca di Trigoria tre titoli, vincendo uno scudetto al primo colpo con i Giovanissimi Nazionali (il gruppo dei ’92) nel 2007 e poi centrando il doublenella scorsa stagione, quando con i ’93 si è aggiudicato prima il Torneo di Arco e poi il tricolore, al termine di una stagione in cui la sua Roma, oltre a dare spettacolo, non ha mai conosciuto la sconfitta. «Quando si vince giocando così bene è ancora più bello», diceva Conti il 17 giugno 2010 a Montepulciano, quando di Stramaccioni all’Inter si era già cominciato a parlare. Anche perché non bastò nemmeno quell’annata trionfale a fare sì che il tecnico ottenesse quella promozione in Primavera che gli era stata promessa almeno un anno prima, e che invece non è mai arrivata, così da convincere Stramaccioni a lasciare la squadra di cui è prima di tutto un grande tifoso da sempre. Chi lo conosce sa che non avrebbe mai voluto andare via da Roma: avrebbe potuto farlo già un anno fa, è rimasto, ha portato a un passo dalla finale scudetto una squadra dal potenziale mai del tutto emerso negli scorsi anni. «Andrea avrà sempre la mia stima e il mio affetto. Gli auguro tutta la fortuna del mondo». Finisce una storia, non l’amore.
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