rassegna stampa roma

Stekelenburg-Snejder nemici mai

(Il Romanista – C.Zucchelli) – 24 marzo 2002: al Meazza si gioca Inter-Roma, finisce 3-1 con gol romanista di Francesco Totti.
Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - 24 marzo 2002: al Meazza si gioca Inter-Roma, finisce 3-1 con gol romanista di Francesco Totti.

A qualche migliaia di chilometri di distanza due dei protagonisti di Inter-Roma che si giocherà domani sera fecero un patto: «Diventeremo grandi insieme. E entreremo nella storia». Non pensavano a quel titolo mondiale che sfioreranno 8 anni dopo, ma a qualcosa per loro di ugualmente importante. Specie quando hai 20 e 18 anni. Erano due ragazzini all’epoca Maarten Stekelenburg e Wesley Sneijder e venivano già considerati due fenomeni del calcio olandese. Cinque giorni dopo quel 24 marzo infatti, avevano in programma una partita storica: all’Amsterdam Arena, nelle semifinali della Coppa D’Olanda, erano impegnate due squadre dell’Ajax. I grandi e i piccoli, visto che ogni anni nel trofeo nazionale vengono invitate le vincitrici del campionato e della coppa primavera. A sorprendere tutti quell’anno fu il rendimento dei baby dell’Ajax che riuscirono a passare la fase a gironi, eliminare quattro squadre di professionisti (tra cui il Twente) arrivando a giocarsi la semifinale contro l’Utrecht. Con un unico sogno: «Fare la storia. E sfidare la prima squadra». La favola - perché di questo si trattava, basta rileggere i giornali non solo olandesi dell’epoca - si interruppe ai rigori ad oltranza (e in questo Stekelenburg dimostrava già di poter avere a che fare con la Roma) ma quattro giocatori di quella squadra erano destinati comunque a un grande avvenire: Heitinga, De Jong e, appunto, Sneijder e il portiere della Roma, l’ultimo a lasciare Amsterdam quest’estate. Domani sera di fronte troverà l’amico di tanti ritiri che dovrebbe recuperare da un piccolo guaio muscolare e che, come lui, sta vivendo un inizio di stagione non positivo. Non solo Ajax però: Stekelenburg e Sneijder hanno condiviso, poco più di un anno fa, anche un’altra importante avventura: un campionato del Mondo sfumato all’ultimo secondo per colpa di un gran gol di Iniesta. Erano loro i punti cardine dell’Olanda: il numero uno saracinesca - che partita contro l’Uruguay di Forlan a parte fu autore di uno straordinario torneo - e il centrocampista fresco campione d’Europa con l’Inter di Mourinho che si candidava di prepotenza a un piazzamento, almeno sul podio, del Pallone d’Oro. Quel titolo sfuggito di un soffio in Sudafrica è ancora oggi (e lo sarà probabilmente per sempre) il più grande rimpianto della carriera dei entrambi, consapevoli che raggiungere di nuovo quei livelli sarà difficile. Meglio, allora, concentrarsi sul club: Stek ha scelto la Roma perché conquistato dalla forte determinazione della società di puntare su di lui e sa di dover ripagare la fiducia. Vuole farlo, vuole chiudere la porta, vuole fare quegli interventi decisivi che tutti si aspettano da un portiere vice campione del mondo. E vuole farlo subito, a partire già da domani, quando di fronte troverà il suo grande amico: >. E visto che Sneijder alla Roma lo ha già fatto, non ci sarà amicizia che tenga.