(il Romanista - V.Valeri) Dopo tanto penare, dopo tante ricerche, ecco il portiere per la Roma.
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STEKELENBURG Lo chiamano Gatto ama cucinare e sa parare bene
(il Romanista – V.Valeri) Dopo tanto penare, dopo tante ricerche, ecco il portiere per la Roma.
È Maarten Stekelenburg, 29 anni, quasi ex numero uno dell’Ajax, ieri nella capitale per le visite mediche al Gemelli, domani o al più tardi domenica in gruppo con i nuovi compagni, alla corte di Luis Enrique. Il vice-campione del Mondo a Sudafrica 2010, Campione in Eredivisie con i Lancieri nella stagione appena trascorsa, Maarten (per tutti “il Gatto”), va a riempire un vuoto che a Trigoria esisteva sin da prima della cessione di Alexander Doni al Liverpool.
Dai tempi di Michael Konsel, approdato in Italia grazie a Zdnenek Zeman nell’estate del 1997, i tifosi giallorossi non riuscivano ad affezionarsi ad un portiere degno – fino in fondo – di essere chiamato tale. La speranza di Walter Sabatini, dell’allenatore asturiano e del popolo romanista è che questo ragazzone biondo possa blindare i pali della squadra per un bel po’.
Un metro e novantasette centimetri di altezza e ottantaquattro chili di peso, Maarten è nato a una ventina di chilometri dalla capitale olandese, ovvero ad Harlem, famosa per la birra, i tulipani e diverse ondate di peste che nei secoli passati decimarono la popolazione. Viene considerato tra i migliori portieri in circolazione e per più di un osservatore può essere lui l’erede di Edwin van der Saar, soprattutto per il carattere e la capacità di gestire il reparto difensivo. Non a caso dal Manchester United lo avevano cercato poco prima di chiudere con David De Gea, estremo difensore dell’Atletico Madrid costato quasi 18 milioni di euro. Con 282 presenze con la squadra di Amsterdam e 40 in nazionale, “Stek” è il miglior numero uno che la Roma potesse assicurarsi. E anche un ottimo cuoco, con tanto di diploma alberghiero in tasca: fortuna che Adriano non è più a Trigoria...
I TEMPI DELLE GIOVANILI Maarten Stekelenburg è approdato nel maggiore club olandese nel 1997, a 15 anni. Si accorsero di lui quando vestiva la maglia di una squadra locale, il VV Schoten, e così decisero di provarlo. Andò bene, perché agli ordini di Hans Westerhof prima e di John van’t Schip poi, Maarten riuscì a mettersi in mostra e parata dopo parata approdò in prima squadra. Dal campionato 2001/2002 diventa un membro della rosa, ma per vedere il campo da titolare dovrà aspettare l’inizio della stagione successiva, ovvero l’11 agosto 2002, quando nella finale di Supercoppa sostituì il croato Didulica e il nostro Bogdan Lobont, che insieme al connazionale Christian Chivu completava l’intreccio degli ex. L’Ajax s’impose 3 – 1 sul Psv Eindhoven e conquistò il settimo Johan Crujiff Schaal della sua storia.
uell’anno, Maarten scese in campo 9 volte, cominciando a fare una piccola breccia nell’allora tecnico Ronald Koeman. Proprio Lobont ha già detto di lui ottime cose: «E’ bravo, ha tante qualità e farà bene in Italia», imitato da Gianluca Curci, che si è già messo l’anima in pace e si prenota per un posto da secondo.
BASTONI FRA LE..ALI Tornando alla storia di Maarten, si capisce subito che la variabile infortuni lo ha spesso frenato; quando, infatti, Koeman lo promosse con le stellette da titolare, si abbatte su Stekelenburg la jella vera. È l’estate del 2004, il portiere di Harlem ha collezionato 10 gare nel campionato precedente, il ritiro lo mostra motivato e in forma, così il tecnico annuncia che sarà lui il numero 1. Tempo poche settimane, ed ecco che un primo infortunio costringe Maarten a cedere il posto al romeno Lobont. L’anno dopo ci riprova, ma fino al 15 ottobre è k.o. per un infortunio beffardo rimediato in amichevole contro il Boca Juniors: ai box fino a metà ottobre, quando rientra nella gara disputata contro l’Heracles Almelo.
Il resto della stagione, però, è foriera di soddisfazioni: il 26 gennaio firma il rinnovo fino al 2010 – prolungato fino al prossimo anno, ma ora non vale più - , mentre il 7 maggio vince la Coppa d’Olanda superando 2 – 1 il Psv. Dopo due anni di tregua dalle sventure fisiche, il portierone olandese è costretto nuovamente a fermarsi e il suo posto, stavolta, lo prende Kenneth Vermeer, fino alla fine della stagione. Col cambio tecnico tra Marco van Basten e Martin Jol, torna anche a giocare Maarten, che scende in campo 33 volte e vince con l’Ajax la Coppa nazionale.
FINALMENTE ORANGE Il primo approccio con la nazionale olandese, per Stekelenburg, risale al 2004. Van Basten lo chiama per un’amichevole contro il Lichtenstein, vinta 3 – 0. Due anni dopo, in Germania, Maarten entra a far parte dei 23 convocati definitivi per il Mondiale, ma non vedrà mai il campo, data la presenza fissa di Van der Saar.
Lo stesso accade in Austria e Svizzera per gli Europei. In quattro anni, nonostente buone prestazioni e una sostanziale carenza di valide alternative, il portiere dell’Ajax non riesce a conquistare una maglia da titolare, ma attende con pazienza il suo momento. Alla fine di quell’Europeo, finito agli ottavi per mano della Russia, l’ex portiere della Juventus dice addio alla selezione e lascia spazio al suo “delfino”. Maarten si prepara, così, ai Mondiali in Sudafrica, durante i quali si conferma in tutte le sue doti: reattivo, bravo con i piedi, carismatico. Il suo sogno di gloria, come quello di tutti i suoi compagni d’avventura, si infrange al 118’ della finale contro la Spagna, per colpa del blaugrana Iniesta. E pensare che le sue parate, a volte miracolose, avevano tenuto in corsa l’Olanda per tutto il torneo, in particolare contro il Brasile. A due minuti dai calci di rigore, però, il genio di un Campione lo ha vinto.
NUOVA VITA Adesso che con l’Ajax ha contribuito a riportare il titolo mancante, Maarten Stekelenburg guarda al futuro, che dice Roma. La crescita casalinga è giunta ormai al termine e il portiere ha dato voce alla sua voglia di fare il salto di qualità, per confrontarsi con un campionato più combattuto e impegnativo. Dell’ipotesi Roma se ne parlava da qualche settimana, forse mese, ma ce ne è voluto perché le due parti si accordassero. L’Ajax chiedeva quasi 10 milioni, il ds Sabatini è sempre rimasto fermo a 6, tenendo in pugno nel frattempo Idriss Kameni dell’Espanyol e Sergio Romero dell’Az Alkmaar, alternative di ripiego e poco gradite sia al pubblico che a una parte dell’opinione giornalistica. La moglie di Stekelenburg, Kim, insieme al figlioletto Sem, è entusiasta del trasferimento nella capitale. Una curiosità: ai campionati mondiali di nuoto in quel di Shanghai c’è un certo Lennart Stekelenburg, olandese, in finale nei 200 rana. A questo punto, in bocca al lupo anche a lui.
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