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Stekelenburg: «Il casco non fa per me»

(Il Romanista – D.Giannini) – «Il caschetto protettivo? Non è roba per me». Altro che paura. Maarten Stekelenburg al passato non ci bada proprio, e guarda avanti.

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) -«Il caschetto protettivo? Non è roba per me». Altro che paura. Maarten Stekelenburg al passato non ci bada proprio, e guarda avanti.

E’ stato lui stesso, dopo il derby (parecchio dopo, visto che ci ha messo del tempo a espletare le procedure per l’antidoping «Ho dovuto aspettare due ore e mezzo, quando finalmente ho finito erano già andati tutti a casa) a raccontare le sue sensazioni riguardo a quel colpo potenzialmente pericolosissimo. Lo ha fatto parlando ai quotidiani del suo Paese e spiegando: «Lo staff sanitario della Roma mi ha proposto di provare un caschetto che c’era lì. L’ho fatto, ma solo per poco. Principalmente perché mi dava fastidio. Non è roba per me, ma capisco che possa essere un argomento di discussione in generale per quanto riguarda i portieri. So che ci sono stati molti incidenti, in un uno stesso weekend addirittura in tre sono stati sostituiti per questo. Ma credo che spetti ad ognuno decidere per sé stesso. Se il portiere dello Sparta si sente più sicuro con un caschetto? Lo capisco e allora è giusto che lo usi».

Gli chiedono se abbia rivisto le immagini del suo incidente. «Sì - risponde lui – è brutto quando si vede che Lucio mi colpisce, ma non ho avuto problemi a guardare le immagini. Se mi ha colpito per caso o volontariamente? Ci possono essere parecchie versioni, ma a me non interessa. Quello che mi ricordo è che Wesley (Snejider, ndr) e Yolanthe, erano accanto al mio letto in ospedale per farmi visita». Questione archiviata, dunque, Stekelenburg, guarda oltre. Al Palermo. Ad una partita che vuole vincere a tutti i costi, anche perché con la maglia della Roma ancora non ci è riuscito ed è un tabù da infrangere immediatamente. Con coraggio, senza caschetto. Perché «non è roba per me».