(Corriere della Sera - P.Tomaselli) Il gigante e il bambino sono pronti a prendere per mano la Roma. Marteen Stekelenburg (198 centimetri) è ufficialmente il nuovo portiere giallorosso, come confermato anche da una nota dell’Ajax.
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Stekelenburg, la Roma para tutto col gigante «sordo»
(Corriere della Sera – P.Tomaselli) Il gigante e il bambino sono pronti a prendere per mano la Roma. Marteen Stekelenburg (198 centimetri) è ufficialmente il nuovo portiere giallorosso, come confermato anche da una nota dell’Ajax.
Erik Lamela (19 anni) trascina l’Argentina (1-0 al Messico) nella prima partita del Mondiale Under 20 che si gioca in Colombia. Thomas DiBenedetto si gode il talentino («È favoloso...» ), in attesa di vedere in azione anche il portierone della Nazionale olandese finalista al Mondiale sudafricano. Oltre a essere uno dei numeri uno più alti (e più forti) in circolazione, «Steke» è uno dei rarissimi atleti di alto livello a essere sordo a un orecchio, un leggero handicap che secondo l’ex lanciere «non ha mai rappresentato un problema in campo» .
Merito dell’altro orecchio, che ha sviluppato un udito ancora più raffinato. Come quello di Lance Allred, primo giocatore sordo della Nba compagno nel 2008 di LeBron James nei Cleveland Cavaliers. Allred, che è transitato anche per Pesaro e Napoli, ha sofferto le pressioni di insegnanti («Uno mi disse che era una punizione divina» ) e allenatori («Usa i suoi problemi di udito come una scusa» , secondo il tecnico che lo seguiva al college) ma è riuscito a realizzare il suo sogno, pur senza lasciare un grande ricordo. In Italia ci sono stati due campioni di pugilato sordi: Carletto Orlandi, oro ai Giochi di Amsterdam 1928 e Mario D'Agata, iridato nel 1956. A Pechino 2008 è salito sul ring anche l’ungherese Norbert Kaluzka, sordo dalla nascita. Rodney Marsh, ex giocatore di Fulham, Manchester City e Nazionale inglese negli anni 60 e 70, invece perse l’udito sbattendo contro un palo della porta, ma continuò a giocare a buoni livelli. L’unico ad aver risentito della sordità in campo fu Damir Desnica, talento croato che nel 1985 con il Rjeka battè il Real Madrid 3-1 nell’andata del secondo turno di Coppa Uefa. Al ritorno un arbitro belga favorì i blancos, espellendo tre croati: Desnica fu cacciato per aver continuato a giocare, senza aver sentito il fischio arbitrale. Il gigante «Steke» non corre questi rischi.
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