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Stekelenburg a lezione di Roma

(Corriere dello Sport – R.Maida) L’alluvione in Liguria ha creato qualche preoccupazione alla Roma, che fino all’ultimo momento ha rischiato di non atterrare a Genova.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) L'alluvione in Liguria ha creato qualche preoccupazione alla Roma, che fino all'ultimo momento ha rischiato di non atterrare a Genova.

In giornata il forte vento e la pioggia che si sono abbattuti sulla città hanno portato al dirottamento (su Pisa) di diversi voli.

SULLE NUVOLE - Lassù, sull'aereo, isolato da un iPod, Maarten Stekelenburg guardava incuriosito le nuvole, così fitte da rendere opachi gli oblò. Per la prima volta torna a giocare in trasferta, lontano dall'Olimpico, dopo il tremendo incidente del 17 settembre a San Siro, quando Lucio lo colpì con un calcio in testa. Ma con un sorriso timido Stekelenburg tranquillizza i tifosi della Roma: «Sto bene, è tutto passato: mi sento in ottima forma». Non ricorda niente dello scontro: «E' successo tutto così velocemente che non c'è stato tempo di avere paura. Mi sono svegliato durante il percorso verso l'ospedale, vedevo tante luci». Mima il faro girevole dell'ambulanza e ci ride sopra: «Mi era già capitato, ai tempi dell'Ajax, di prendere un colpo in testa. Nessun problema, fa parte del gioco. Si va avanti ». Senza casco: « Noooo, non mi piace per niente»

L'INTESA -L'italiano è un po' stentato anche se migliora passo dopo passo grazie a un ciclo di lezioni private: «It's difficult». E' difficile la grammatica, spiega, ma è difficile anche la comunicazione con i compagni della difesa. Durante il derby, Stekelenburg ha avuto un battibecco con Heinze: « Ma sono cose che succedono. Sono soddisfatto di come sta andando il mio ambientamento- continua Stekelenburg -  mi fa piacere aver giocato una buona partita, i risultati e le prestazioni aumentano l'autostima, ma io sono sempre stato tranquillo. Sapevo che prima o poi avrei raccolto i frutti del mio lavoro». Non si diventa titolari della nazionale olandese per caso, non si gioca una finale mondiale per grazia ricevuta. Ma la Roma aveva bisogno di sentirselo dire, dopo tanti anni senza certezze.