(Il Messaggero - M.Ferretti) - Da Doni a Julio Sergio e viceversa passando per Curci, Artur e Lobont, e addirittura in precedenza anche per Pelizzoli e Zotti, la Roma - dopo lo scudetto del 2001 - non ha più avuto un vero e proprio portiere titolare.
rassegna stampa roma
Stek chiude la porta
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Da Doni a Julio Sergio e viceversa passando per Curci, Artur e Lobont, e addirittura in precedenza anche per Pelizzoli e Zotti, la Roma – dopo lo scudetto del 2001 – non ha più avuto un vero...
C’è chi ha giocato di più, chi di meno e chi ha fatto soltanto rare apparizioni, a dimostrazione che il problema, dopo la partenza di Antonioli, c’era. Ora, però, il problema è stato risolto: Maarten Stekelenburg, che i compagni hanno già ribattezzato Steke, è il portiere titolare della Roma, non ci sono e non ci possono essere discussioni. E con l’olandese, vice campione del mondo in Sud Africa, la Roma è in ottime mani. Il ruolo del portiere, del resto, ha rappresentato una delle priorità del mercato romanista: sono state battute molte piste, alla squadra giallorossa sono stati accostati nomi su nomi, dall’argentino Romero a Viviano al camerunense Kameni («Il suo acquisto è più probabile che possibile», disse il 14 luglio il ds Walter Sabatini) e prima ancora il brasiliano Rafael del Santos oppure Ospina del Nizza, ma alla fine la scelta è ricaduta sul portiere dell’Ajax, pagato oltre sei milioni di euro (bonus esclusi). Si è scelto di andare sul sicuro puntando su un professionista di ventinove anni (li compirà giovedì 22) che ha già vinto due campionati olandesi, tre coppe d’Olanda e quattro supercoppe olandesi e che ha accumulato tanta esperienza, con 191 presenze nel massimo campionato d’Olanda (265 in totale) e una quarantina abbondante con la maglia della Nazionale. Un gigante di centonovantasette centimetri dal baricentro basso che all’Ajax, dove era arrivato all’età di 15 anni dal VV Schoten, è stato prima secondo di Lobont poi titolare inamovibile con il rumeno costretto a cambiare aria pur di giocare. I due si sono ritrovati a Trigoria, Lobont lo sta aiutando ad inserirsi nel nuovo ambiente ma ha capito che al massimo potrà trovare spazio in panchina, a partire da domani pomeriggio contro il Cagliari. Per Steke, domani, non sarà l’esordio all’Olimpico, avendo già giocato in Europa League contro lo Slovan Bratislava. A proposito: i suoi primi passi in giallorosso non sono stati affatto fortunati, due tiri nello specchio della sua porta e due gol, ma con (pesanti) responsabilità soltanto nella partita giocata in Slovacchia. Nessuno, però, a cominciare da Franco Tancredi, il suo istruttore, nutre dubbi sulle qualità dell’olandese: Steke ha soltanto bisogno di prendere confidenza con i nuovi compagni e, soprattutto, con il gioco di Luis Enrique che chiede al portiere compiti specifici (e importanti) anche quando la squadra è in fase di possesso palla. Perchè la nuova Roma gioca con una difesa molto alta e, quindi, pure il portiere deve saper stare alto, pronto a trasformarsi in libero aggiunto in caso di necessità. E’ il primo olandese della storia della Roma, società con la quale si è legato per quattro anni con stipendio di 2,7 milioni lordi a stagione. Ha scelto la maglia numero 24 perchè il 24 gennaio dello scorso anno è nato suo figlio Sem. È sposato con Kim Kallenbach e insieme stanno cercando casa dalle parti di Casal Palocco, pronti ad accogliere parenti e amici provenienti da Amsterdam. Il portierone olandese è uno degli undici nuovi giallorossi, frutto del mercato di Sabatini che adesso è impegnato con l’ad Claudio Fenucci a risolvere il problema De Rossi, in scadenza di contratto il 30 giugno del prossimo anno. Il caso è spinoso, si sa: la trattativa si è arenata subito dopo la partenza e tra l’offerta della Roma e la richiesta del giocatore c’è ancora una sostanziosa differenza. Qualche giorno fa, in Nazionale, De Rossi ha dichiarato, con estrema sincerità, che il nodo è semplicemente di natura economica. «Daniele ha detto una cosa giusta in Nazionale: tutti i calciatori hanno l’ambizione di guadagnare di più ed è il giusto dovere di una società cercare di contenere al massimo i costi, anche per un calciatore importante come Daniele. Non ci sono incontri programmati, ma sono certo che risolveremo la questione», ha chairito ieri l’ad Fenucci. «Non ci sono scadenze fissate in agenda, ma che c’è la volontà da parte di tutti di sistemare la cosa il prima possibile».
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