In materia di stadi la Serie A resta primatista mondiale per plastici e planimetrie. Lo scontro tra il sindaco di Milano Beppe Sala e i due club del capoluogo lombardo è solo l’ultimo di un lungo elenco di casi in cui incertezze normative, pastoie burocratiche e iter labiritintici hanno frenato i progetti di realizzazione di ristrutturazione degli impianti sportivi. E dire che da Nord a Sud la cantierizzazione dei tanti progetti ideati o già presentati potrebbe generare investimenti diretti per oltre 2,5 miliardi, scrive Marco Bellinazzo su "Il Sole 24 Ore".
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Stadi, al palo investimenti per 2,5 miliardi
Roma e Milano gli esempi più eclatanti: il club giallorosso sta valutando con il Campidoglio l’edificazione di uno stadio più piccolo
Il piano nazionale già invocato dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal presidente della Serie A Paolo Dal Pino, potrebbe consentire di sbloccare i potenziali investimenti. Milano e Roma sono solo i due esempi più eclatanti. Nella capitale, in particolare, la nuova proprietà Usa della famiglia Friedkin ha abbandonato il dossier Tor di Valle. Una procedura intricatissima avviata nel 2014 e che in una prima versione avrebbe potuto smuovere investimenti privati per 1,7 miliardi poi scesi a 1 miliardo dopo le revisioni richieste dal Comune per il riconoscimento della pubblica utilità. Ora il club sta valutando con il Campidoglio l’edificazione di uno stadio più piccolo (sotto i 50mila posti) in un’altra area e con un impegno più basso (potrebbe aggirarsi sui 3-400 milioni).
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