rassegna stampa roma

Resta Ancelotti il primo in lista

(Il Romanista-B.Devecchi) C’è uno spiraglio per Ancelotti. Anzi, forse anche qualcosa di più di un semplice spiraglio. Al di là delle mere dichiarazioni di facciata, al di là della maschera che per mesi il tecnico ha dovuto indossare perché...

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(Il Romanista-B.Devecchi) C’è uno spiraglio per Ancelotti. Anzi, forse anche qualcosa di più di un semplice spiraglio. Al di là delle mere dichiarazioni di facciata, al di là della maschera che per mesi il tecnico ha dovuto indossare perché sotto contratto con il Chelsea,

si sta facendo di tutto perché sia lui il prossimo allenatore della Roma. «Ora che ho risolto la mia situazione con il Chelsea, potrò valutare che cosa fare », ha fatto sapere Carletto.

 

Il suo è il nome più gradito, quello che infiamma la piazza. Quello che fa sognare i tifosi della Roma. Perché Ancelotti è sinonimo di grandi campioni, e quindi di successo. E’ un tecnico abituato a palcoscenici internazionali e si muove solo quando sa che un progetto è vincente. Questo lo sanno i romanisti, questo lo sa anche Franco Baldini, che da mesi sta battendo questa pista. Prima Ancelotti era ingabbiato contrattualmente, stava lottando per campionato e Champions. Ora è libero. E può venire alla Roma. C’è più di un indizio che porta a pensare che possa essere lui il prossimo allenatore giallorosso. Uno su tutti: il ritardo, ritardo voluto, con cui si sta compiendo la scelta. Se Baldini sta temporeggiando, è perché – Ancelotti o no – la Roma dovrà essere affidata a un grande nome. A una stella. A un Villas Boas. A un Guardiola. O a un Ancelotti, appunto. Che poi è il candidato più logico. Perché Carletto conosce sia il calcio italiano, a differenza per esempio proprio di Guardiola che in Italia non ha mai allenato, e l’atipica e complicata realtà romana. E poi Ancelotti e la Roma sono un sacco di cose. Sono un matrimonio promesso e mai consumato, un legame d’amore infinito, una storia cominciata nel ’79 agli ordini di Liedholm, culminata nello scudetto dell’83, una storia mai realmente finita. «Prima o poi allenerò la Roma». Quante volte l’ha detto, Carletto? L’ha detto quando c’era Ranieri, l’ha ripetuto quando in panchina sedeva Montella. Adesso si può passare dalle parole ai fatti. Sono giorni, forse anche ore, comunque decisivi.

Detto che le possibilità che Montella resti sono pressoché pari a zero, entro il fine settimana la Roma potrebbe avere scelto chi sarà il suo prossimo allenatore. Se non sarà Ancelotti, Deschamps è in pole position, malgrado le dichiarazioni del presidente dell’Om ieri: «Duidier alla Roma? Non è vero niente». Magari è un modo per aprire le danze, visto che il francese è sotto contratto. Chi il tecnico francese lo conosce bene, ma molto bene, è Alessio Secco. E’ stato direttore sportivo nella Juve dell’immediato dopo Moggi. Ma soprattutto lo è stato con Deschamps alla guida della Vecchia Signora. In Serie B. E Secco, a “Radio Radio”, sponsorizza l’arrivo dell’ex centrocampista sulla panchina giallorossa: «Secondo l’identikit tracciato dagli americani, io dico che uno come Deschamps andrebbe benissimo. Col Monaco, riuscì a portare in finale di Champions una squadra certamente non tra le più quotate. Ma anche con il Marsiglia ha fatto benissimo, vincendo sia campionato che coppa nazionale. Certamente, come ha dimostrato Benitez quest’anno, trionfare all’estero non vuol dire necessariamente anche far bene in Italia, ma sicuramente Didier ha tutte le carte per far bene. Lui è bravo a lavorare con i giovani facendoli migliorare accanto ai campioni. Secondo me ne gioverebbe anche a uno come Menez». A Baldini, Deschamps avrebbe già detto un mezzo sì. Nei prossimi giorni si potrebbe arrivare anche all’altro mezzo. Specie qualora, ripetiamolo, la Roma non sia riuscita a strappare l’ok di Ancelotti. Che fino all’ultimo avrà la precedenza su ogni altro collega.

In realtà, il prossimo direttore generale della Roma non sta guardando in un’unica direzione. Oltre a Delio Rossi che, se Sabatini e Baldini vogliono, arriva in tre secondi (ma c’è il problema della piazza: nessuno ha dimenticato il tuffo di Rossi nel Fontanone del Gianicolo), l’altro nome è quello di Stefano Pioli. Il tecnico del Chievo ha commentato la sua situazione a “romanews.eu”: «Voglio tornare a parlare a cose fatte. Sapete tutti cosa è successo, mi sono incontrato con Sabatini, ci riaggiorneremo e se ci saranno sviluppi non esiterò a parlare. Ora, però, bisogna anche ricordare che sono sotto contratto con il Chievo e intendo portare rispetto alla mia società di appartenenza». L’allenatore si sente pronto per guidare la Roma: «Altrimenti, non sarei andato a parlare con chi sta costruendo il futuro della squadra… So benissimo di non essere l’unico allenatore contattato, è normale. So che c’è una lista di nomi prestigiosi, autorevoli e mi gratifica essere nella lista dei papabili. Poi vedremo come andrà a finire. Certo, è anche vero che se ad un allenatore non viene data la possibilità di esprimersi, è difficile valutarne la caratura».

Pare invece ormai definitivamente tramontata la pista Villas Boas. Ieri, il presidente del Porto, Pinto Da Costa, ha dichiarato: «Sono convinto che resterà, ha una clausola di 15 milioni di euro e sta bene con noi. Mi ha detto che se non cederò giocatori non mi farà richieste di mercato ». E lo stesso Villas Boas era stato chiaro, nei giorni scorsi: «Resto al 100%». Verrà in vacanza in Italia, ha scritto su Twitter. Venga a Roma, così vedrà cosa si è perso. Probabilmente.