rassegna stampa roma

Squadra con Pizarro, tifosi no

(Il Romanista – C.Zucchelli) Vincenzo Montella ci ha parlato martedì sera: «Ho bisogno di te. Se il dolore non è insostenibile, gioca». David Pizarro ha annuito. Ha trascorso una notte tranquilla, mercoledì mattina ha parlato ancora con...

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Vincenzo Montella ci ha parlato martedì sera: «Ho bisogno di te. Se il dolore non è insostenibile, gioca». David Pizarro ha annuito. Ha trascorso una notte tranquilla, mercoledì mattina ha parlato ancora con il suo nuovo allenatore (ed ex compagno) e ha dato la sua disponibilità: «Sì, ci sono anche io».

È sceso in campo, dove non si vedeva dal 28 novembre, e ha disputato una partita praticamente perfetta. I compagni lo hanno abbracciato, il preparatore Bertelli idem (e non poteva essere diversamente, visto che il Professore è stato tra le persone che gli sono state più vicine), Montella ha avuto per lui solo parole di elogio: «Lo ringrazio umanamente, ancora prima che professionalmente. Gli ho chiesto di forzare, è mancato poi che gli facessi io stesso l’infiltrazione. Sono soddisfatto di come è andata». Soddisfatto lo è anche lo stesso giocatore cileno,il cui rientro in campo ha trovato ampio spazio sulla stampa sudamericana: «Pizarro mette da parte problemi fisici e polemiche - si legge - e torna a dettare i ritmi del centrocampo romanista». Il giorno dopo il rientro in campo non ha visto, però, solo elogi per il Pek. Moltissimi tifosi,infatti, gli imputano il fatto di essersi tirato indietro nelle scorse settimane, «quando la Roma avrebbe avuto bisogno di uno come lui. Va bene il rapporto pessimo con Ranieri, però bisogna comportarsi da professionisti». Lui, che pure ha sentito le critiche, non si lascia influenzare. Sa di avere la società e i compagni dalla sua parte e sa anche che il suo comportamento degli ultimi mesi è stato dettato da un rapporto logorato con l’ex allenatore, di cui però ai tifosi (giustamente) interessa poco. E pensare che la scorsa stagione Pizarro era stato uno dei fedelissimi di Ranieri, tanto da scendere spesso in campo in condizioni precarie. Per questo, quando a fine novembre, gli venne comunicato che, per il bene della Roma, lui e De Rossi non avrebbero più giocato insieme (almeno per un periodo) si è sentito accantonato. Era la sera di Roma-Bayern, qualche settimana prima c’era stato il derby, che lui aveva visto dalla panchina, con Greco in campo al posto suo. Quando, qualche ora dopo l’annuncio, De Rossi segnò ai tedeschi e corse in panchina ad abbracciarlo, si commosse. Senza dirlo a nessuno, neanche a Daniele. Cinque giorni dopo, a Palermo, l’ultima apparizione. Non all’altezza, tanto da fargli dire basta. «Non sono al top, non sono più fondamentale per questa squadra. Mi curo e poi se ne riparla». Le cure però ha preferito farle in Cile. Dove, sbarcato il 19 dicembre, è rimasto per quasi un mese, posticipando il suo rientro in Italia di tre settimane. Convinto a tornare anche da Bertelli, il preparatore suo amico dai tempi dell’Udinese che ha verificato la bontà delle cure sudamericane e, soprattutto, gli ha ribadito la sua importanza per la Roma. Un’importanza che però con Ranieri, nonostante le smentite ufficiali date per cercare di salvaguardare il gruppo («non c’è un caso, lo state inventando voi»), Pizarro hadeciso di non rivestire più. Poi è arrivato Montella e, in una freddissima serata di febbraio, il Pek si è ripreso la Roma. La sensazione, vedendolo esultare come un tifoso qualunque al fischio finale, è che gli sia mancata davvero tanto.