(Leggo - F. Balzani) - Un contratto in scadenza, un progetto che stenta a decollare e una voglia matta di tornare a casa. Per ora sono solo indizi, ma è risaputo: se sono tre di solito fanno una prova e portano direttamente a Luciano Spalletti.
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Spalletti sogna di nuovo la Roma. Non rinnova con lo Zenit
(Leggo – F. Balzani) – Un contratto in scadenza, un progetto che stenta a decollare e una voglia matta di tornare a casa. Per ora sono solo indizi, ma è risaputo: se sono tre di solito fanno una prova e portano direttamente a Luciano...
Il tecnico di Certaldo è in Russia, a San Pietroburgo, a 3.000 chilometri da qui, ma non ha mai dimenticato la sua Roma e sarebbe ben felice di tornare a lavorare a Trigoria soprattutto ora che si respira aria di «rivoluzione culturale». «Serbatemi un posto che prima o poi torno», aveva confidato qualche mese fa ai suoi amici romani. Uno di loro ha confermato in questi giorni che quel «prima o poi» potrebbe essere arrivato. La famiglia di Spalletti d’altronde non si è mai mossa dalla capitale. I due figli (Samuele e Federico) non hanno smesso di frequentare la Curva Sud e sarebbero i primi a essere felici di un ritorno del papà, tanto più ora che è nata la sorellina chiamata, tanto per non cambiare, Matilde Romana.
Altri indizi. Il più importante riguarda il contratto di Spalletti con lo Zenit in scadenza a gennaio 2012. Il ds dei russi, Korneev, sta cercando di convincere il tecnico a prolungare: «I risultati sono ottimi e, fosse per me, gli avrei rinnovato già il contratto per cinque anni. Speriamo possa restare». Infine l’ultimo indizio: la crisi della Roma. Nonostante l’ostentata fiducia a Luis Enrique, la dirigenza giallorossa comincia a nutrire perplessità. Ad alimentarle, il malumore della squadra di fronte alle recenti decisioni del tecnico (esclusioni di Heinze e Osvaldo) e confermate dalle non smentite divergenze col ds Sabatini. «Il progetto va avanti», dicono a Trigoria. Ma con chi?
ROMA - Di armonia non si può parlare, perché anche ieri a Trigoria l’atmosfera era piuttosto tesa. Ma un passo avanti per far calmare le acque nello spogliatoio giallorosso ieri c’e stato: tutta la squadra si è ritrovata a cena a Spazio Novecento, all’Eur. A invitare i compagni è stato Osvaldo, pietra dello scandalo per il pugno rifilato a Lamela che gli è costato 50mila euro di multa e la partita di domenica a Firenze. Anche a Bologna, quando litigò con Mingazzini, fece lo stesso. Tra le 20,30 e le 21,30 sono arrivati tutti alla spicciolata. Nella Mini guidata da Pjanic c’erano Totti, Osvaldo e Gago; quindi è stata la volta degli inseparabili Bojan e Angel (parcheggio problematico il loro). Borriello è arrivato da solo, mentre con Lamela si è rivisto Barusso. Con tanto di stampelle si è seduto a tavola anche il povero Burdisso, messo fuori causa fino alla prossima stagione dall’infortunio al ginocchio. Il grande assente è stato Luis Enrique. Il tecnico non si è visto semplicemente perché non è stato invitato: la cena è servita a ritrovare la serenità, lontano dallo sguardo austero del tecnico asturiano.
TOTTI. Totti c’è. Il capitano, che lunedì aveva subito una nuova botta alla caviglia sinistra, ieri ha svolto l’intero allenamento con la squadra ed è pronto a scendere in campo contro la Fiorentina. Totti ha giocato la partitella al fianco dello «squalificato» Osvaldo e ha assistito allo show dell’italo-argentino: 4 gol (1 su cucchiaio) e 2 assist. Per l’altra squadra il mattatore è stato Lamela (doppietta). Esperimenti in difesa: Luis Enrique ha provato centrali Cassetti- Juan, con Nego e Taddei ai lati.
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