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S.O.S. americani: fate in fretta

(Il Messaggero) Come si dice? Se ci sei batti un colpo. Ecco, ci rivolgiamo così agli americani della Roma: se ci siete, fatevi sentire e vedere. E fate presto, perché la posizione di stallo è la peggiore.

Redazione

(Il Messaggero) Come si dice? Se ci sei batti un colpo. Ecco, ci rivolgiamo così agli americani della Roma: se ci siete, fatevi sentire e vedere. E fate presto, perché la posizione di stallo è la peggiore.

La Roma si è sciolta il trentuno gennaio, quando divenne ufficiale l’interesse dello zio d’America: tutti si sentirono sotto esame. L’arrivo di Montella e la promozione di Montali hanno fornito all’ambiente giallorosso due punti di riferimento e dato, dentro e fuori, la sensazione che qualcuno avesse a cuore la storia romanista.

Ma non basta. Perché Montella e Montali sanno leggere e, dopo aver letto, si chiedono se sono di passaggio o meno. Il primo viene travolto dai nomi di Ancelotti e di mille altri. Il secondo sa di trovarsi a Trigoria per la simpatia di un cassiere, ma non conosce (e viceversa) gli americani: lo apprezzano? E su quali basi?

La Polisportiva (baseball, basket, pallavolo e correntisti) giallorossa sembra tutt’altro che solida. Tanto che club del nord stanno cantando serenate ai giovani di Trigoria, per rubare e nascondere i veri gioielli romanisti; tanto che Mexes se ne andrà; tanto che altri giocatori ormai guardano alla Roma come a un’avventura intensa, ma chiusa.

Invece conta il presente. Il campionato lascia spiragli e in ballo ci sono Champions e Coppa Italia oltre a una barca (e una banca) di soldi.

Il banchiere Fiorentino ha offerto segnali incoraggianti. Ha detto a Conti di rafforzare il settore giovanile, alzando palizzate difensive. A Pradè ha passato l’invito dei bostoniani: preparare tre liste di possibili acquisti. Ossia: primo, secondo e terzo livello. Dipenderà dagli investimenti. Ma Fiorentino è un partner, un compagno di viaggio, non il capotreno. Parole, dunque? Belle, incoraggianti, ma sì, al momento solo parole.

Per questo, ci permettiamo di insistere: è passato più di un mese dal giorno dell’investitura, un tempo più che sufficiente per decidere se muoversi e come muoversi. Ogni giorno che passa è un giorno perduto. La Roma, tanto per essere chiari, ha fretta. E ha bisogno non solo di dollari, ma anche di passione, idee, conoscenze, programmi, certezze, peso politico. Diamoci una mossa. R.R.