rassegna stampa roma

Solo lo scorso anno il cambio ha giovato

(Il Romanista – F.Bovaio) – Anche Ranieri si è dimesso, dopo Prandelli, Voeller, Delneri e Spalletti. Siamo sicuri che la colpa fosse sempre loro e non dei giocatori? A voi la risposta, intanto prendiamo atto che dall’80 ad oggi...

Redazione

(Il Romanista - F.Bovaio) - Anche Ranieri si è dimesso, dopo Prandelli, Voeller, Delneri e Spalletti. Siamo sicuri che la colpa fosse sempre loro e non dei giocatori? A voi la risposta, intanto prendiamo atto che dall’80 ad oggi dopo il cambio dell’allenatore in corsa la Roma ha fatto sempre peggio, ad eccezione dell’anno scorso proprio con Ranieri.

Nell’86-87 Eriksson si dimise a 2 giornate dalla fine dopo il 4-1 subito a San Siro col Milan il 3-5-1987. La Roma era in crisi già da un mesetto, ovvero dalla sconfitta per 2-1 di Udine del 29 marzo, in seguito alla quale lo svedese aveva già rassegnato le dimissioni, salvo vedersele respinte da Viola. Nelle ultime 2 giornate gli subentrò Sormani, che aveva la qualifica di allenatore e accompagnava Eriksson (Direttore tecnico) in panchina. La Roma perse 3-0 in casa con la Sampdoria e 2-1 ad Avellino. Nell’88-89 l’allontanamento di Liedholm fu determinato soprattutto dall’emotività del momento, reso pessimo dalla sconfitta casalinga col Pescara (3-1 alla prima di ritorno). La squadra fu affidata all’allenatore della Primavera Spinosi, che durò solo un mese, visto che in 4 partite rimediò i 2 deludenti pareggi con Bologna (1-1 all’Olimpico) e Lecce (0-0 in Puglia) e le sconfitte con Inter (0-3 nella Capitale) e Pisa (1-0 in Toscana). Viola richiamò di corsa Liedholm, che tornò battendo 1-0 il Cesena con un gol di Voeller e chiuse la stagione con lo spareggio-Uefa perso a Perugia contro la Fiorentina. Anche nel 1996- 97 il cambio peggiorò le cose, con l’argentino Carlos Bianchi esonerato da Sensi dopo la sconfitta di Cagliari (2-1) della 26° giornata e la Roma sesta in classifica. Gli subentrò il duo Sella-Liedholm, con il quale i giallorossi vinsero solo una volta (a Bergamo) chiudendo al 12° posto e con la salvezza conquistata sul filo di lana. Infine la stagione 2004-05, con Prandelli dimissionario prima di cominciare, labandiera Voeller chiamata in fretta e furia e poi dimissionaria alla quarta giornata, Delneri che gli subentrò alla quinta per poi venir esonerato alla 28°, dopo un’altra pesante sconfitta a Cagliari (3-0) con la Roma sesta in classifica.

Di nuovo la mozione degli affetti e il ricorso alla bandiera-parafulmine, stavolta impersonificata da Bruno Conti, finì col salvare la squadra con la vittoria di Bergamo e un ottavo posto con appena 3 punti in più di Parma e Bologna, dirottate allo spareggio-salvezza. La Roma però arrivò alla finale di Coppa Italia, e la perse con l’Inter. Anche in passato il cambio di allenatore con il ricorso alla classica bandiera non ha mai portato bene. Nel 1947-48 Brunella prese il posto di Senkey alla 26° e la Roma finì 17° su 21 squadre. Nel 1949-50 ancora Brunella subentrò all’altra bandiera Bernardini alla 36° e i giallorossi arrivarono 18° su 20 salvandosi per un soffio. Nel 1950-51 Serantoni rilevò Baloncieri alla 16° e il capitano del primo scudetto, Masetti, subentrò a Serantoni alla 34° ma la Roma finì comunque in B da penultima. Ancora Masetti, nel 1956-57, prese il posto di Sarosi alla 32° salvando la squadra con appena 2 punti in più della Triestina, penultima e retrocessa. Quanto alle promozioni sulla panchina della prima squadra di allenatori delle giovanili ricordiamo Tessari, che nel 1970-71 prese il posto di Herrera portando la Roma al sesto posto e Trebiciani, che nel 1972-73 rilevò il Mago chiudendo al terz’ultimo posto insieme a Sampdoria, Vicenza e Atalanta salvandosi solo per la differenza reti, che condannò i bergamaschi. Idem per Bravi, che insieme a Valcareggi portò la Roma ad una sofferta salvezza nel 1978-79 dopo aver rilevato Giagnoni alla 7° giornata: 12° posto finale con appena 2 punti in più delle terz’ultime Bologna e Vicenza. Di Spinosi abbiamo detto e visti i precedenti a Montella non possiamo che fare il nostro più sincero e molto romanista “in bocca al lupo”