(Gazzetta dello Sport) Ranieri: derby disputati quattro, vittorie quattro. Reja: derby disputati tre, sconfitte tre.
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Simplicio re di Roma. Ranieri sbaglia, rimedia e vince. Piange la Lazio
(Gazzetta dello Sport) Ranieri: derby disputati quattro, vittorie quattro. Reja: derby disputati tre, sconfitte tre.
Il segreto? Non c’è, nel senso che questo ottavo di Coppa Italia, divertente e incerto, non meritava di perderlo nessuno. Invece lo vince la Roma, come al solito, al termine di una ripresa bellissima che cancella gli strazi del primo tempo, e lo scempio del prepartita, quando il pullman della Lazio, dentro una capitale blindata e militarizzata, viene raggiunto nei pressi dello stadio da una sassata che ne infrange un vetro.
Ferito, per fortuna solo leggermente, l’accompagnatore biancoceleste Maurizio Manzini. Ranieri e Reja, destini diversi ma uguale mestiere: che porta entrambi a scelte derby un po’ particolari. Reja le indovina dall’inizio, ma la Lazio non sa sfruttare la netta superiorità del primo tempo. Ranieri fa centro nella ripresa, dando spazio a Menez e Vucinic. Saranno loro a creare quella superiorità tecnica che la Roma saprà sfruttare nei momenti decisivi. Dal botta e risposta su rigore (bravo Bergonzi, anche se Juan era da cartellino arancione) di Borriello ed Hernanes, al rapinoso gol di gatto silvestro Simplicio, che saprà sfruttare una delle devastanti percussioni di Menez. Adria-noooo Chi è il derbywinner del 2010? Vucinic. Cosa ti inventa Ranieri, che pure è semplificato nelle scelte dalla maxisqualifica di Coppa Italia di Totti (il celebre calcione a Balotelli nella finale dell’anno scorso)? Vucinic in panchina e per sovrapprezzo accanto a lui pure Menez. Rappresaglia per la scenata di Cesena, dove Vucinic non gradì il cambio? Boh.
A guadagnarci è Adriano, cucciolone sovrappeso che ispira tenerezza, quando lo vedi ciondolare per il campo. Lo fa per quattro minuti, e poi tutto da solo, eccolo contorcersi dal dolore: la spalla destra, un accidente curioso quanto apparentemente inspiegabile, e un balletto bizzarro al limite del grottesco. Dopo un quarto d’ora, lo stoico Adriano viene bardato con tanto di tutore (non quello di cui avrebbe bisogno quando eccede a tavola) e resta in campo, mentre lo stupefatto Vucinic osserva. Così la Roma si «beve» l’intero primo tempo, che è giocoforza tutto della Lazio. Nemmeno un tiro sbilenco verso la porta difesa da Berni (peraltro saranno tre in tutto alla fine, gol inclusi), una parata importante su Kozak di Julio Sergio. Biancocelesti superiori nel primo tempo, poi botta e risposta su rigore, sino alla zampata finale giallorossa
SCHEMI SPECULARI Il 4-3-1-2 impazza ma le scelte di Ranieri impoveriscono la Roma in maniera esagerata. Se Adriano è inutile e acciaccato, Borriello avrebbe molta voglia di fare. Solo che alle sue spalle c’è il deserto, il Simplicio trequartista è annullato da Ledesma, e Greco e Brighi balbettano calcio ai fianchi di De Rossi, buono solo a tirar fendenti e a cercare il lancio lungo. Funziona di più la Lazio di Hernanes, di nuovo in palla, dietro Zarate e Kozak, che fa valere centimetri e chili e tiene in apprensione la Roma dei tre centrali, dove c’è un’autostrada a sinistra per Radu, terzino e fascia che la Roma, che fa densità (e confusione) al centro, ignora. Sarà sfruttata troppo poco.
L'ALTRA PARTITA Comincia quando Ranieri rinsavisce: dentro Vucinic e Menez, fuori Adriano e Greco, con Simplicio che scala a metà campo. Subito rigore Roma per un mani ingenuo di Lichtsteiner su cross di Riise, replica dopo cinque minuti per il netto sgambetto di Juan ai danni di Zarate, liberato in modo un po’ casuale da Kozak, Borriello ed Hernanes i cecchini dal dischetto. Poi gran derby, azioni di qui e di là, Vucinic usa il cervello e Menez la corsa. Quella che sconquassa la difesa Lazio e manda in confusione Radu è manna per Simplicio, che spunta dal nulla e piazza la zampata. Floccari e Mauri, Reja ci prova con i titolari preservati in panchina e ci aggiunge Bresciano ma le conclusioni del centravanti e di quest’ultimo sfiorano solo i pali di Julio Sergio. Per fare filotto di derby, Ranieri lo sa bene, conta pure come sono piazzati astri e satelliti.
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