rassegna stampa roma

Signori: "Rifiutai le gare truccate"

(Corriere dello Sport – A.Ramazzotti) – Beppe Signori sta­volta non attacca come in campo, ma si difende. Anzi, fa catenaccio di fronte al gip Salvini nell’inter­rogatorio di garanzia. « Sono estraneo a tutta la vicenda...

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(Corriere dello Sport - A.Ramazzotti) - Beppe Signori sta­volta non attacca come in campo, ma si difende. Anzi, fa catenaccio di fronte al gip Salvini nell'inter­rogatorio di garanzia. « Sono estraneo a tutta la vicenda - ha detto -e mi hanno tirato in mezzo per il mio nome. Io però non c'en­tro nulla, non ho mai partecipato a riunioni per manipolare incon­tri, non faccio certe scommesse e al massimo ho giocato una volta 300-400 euro al tabaccaio».

Bep­pe gol insomma non è, come de­scrittonell'or­dinanza del gip«l'elemen­to centrale del gruppo di scommettitori di Bologna ». E in attesa di sapere (stase­ra o domanimattina) se il ricorso presentato per l'annullamento degli arresti domiciliari sarà accolto, l'ex at­taccante ha voluto professare la sua innocenza.

ARRIVO - Come previsto Signori è arrivato al Palazzo di Giustizia di Cremona insieme all'avvocato Ca­roli, a piedi, pochi minuti dopo le 14. Con le idee chiare al termine dell'incontro mattutino a Bologna con i suoi legali, è entrato da una porta secondaria per rimanere 'protetto' dall'assalto di camera­men e fotografi. Jeans, camicia bianca, giacca nera e scarpe da ginnastica, aveva il volto tirato e segnato da giornate difficili ai do­miciliari. In mattinata aveva par­lato con l'ex moglie e la compa­gna rassicurandole sulla sua vo­lontàdi chiarire tutto anche per­ché i commercialisti, secondo lui,« si sono inventati tutto ». E que­st'ultimo concetto lo ha ribadito di fronte a Salvini sottolineando che Bruni e Giannone«adesso non so­no più suoi amici »perché lui« non era il finanziatore di un gruppo di Bologna del quale non faceva neppure parte».

CHIARIMENTI -Il faccia a faccia tra Signori e Salvini è durato un'ora e un quarto al termine del quale l'ex calciatore ha dribblato i gior­nalisti. «E' troppo stanco- ha det­to l'avvocato Caroli-, ma ha rispo­sto alle contestazio­ni dichiarandosi estraneo. E' andato nello studio dei suoi commercialisti per­ché gli dovevano parlare e lì ha trova­to Erodiani e Bella­vista. Gli è stata pro­spettata la possibili­tà di taroccare una partita pagan­do giocatori arrendevoli. Lui do­veva essere il finanziatore inve­stendo 30- 40.000 euro. Ha ascoltato, ma ha rifiutato l'invitocon un secco no».

DOCUMENTO -La chiusura di Signo­ri non è piaciuta agli investigato­ri che, hanno sottolineato, lo han­no sentito negare«anche l'invero­simile ». Perché la posizione del­l'ex attaccante, complici gli inter­rogatori degli scorsi giorni ( di Bruni e Giannone), si era aggra­vata. Nel Tribunale di Cremona non ci si aspettava una confessio­ne, ma neppure di scontrarsi con­tro un muro.« Non poteva certo confermare fatti che non ha com­messo anche perché in un'inter­cettazione del 19 marzo si ap­prendechi è in realtà il finanzia­tore a Bologna( Giannone ndi)» ha sottolineato il legale De Ami­cis. Durante il confronto con Sal­vini è però spuntato fuori il docu­mento 'partorito' nel meeting fel­sineo del 15 marzo tra i due com­mercialisti, Signori, Bellavista ed Erodiani. C'erano elencate le con­dizioni per arrivare a un accordo tra tutte le parti con importi a ca­rico dei bolognesi (150.000 euro) e richieste dettagliate in arrivo da Singapore.« Effettivamente quel foglio l'ho scritto io in stampatello - ha ammesso Signori -,ma era Bellavista che dettava e io ho rie­pilogato le condizioni di un'operazione alla quale non ho partecipa­to. Voglio met­termi alle spalle questa storia e con­centrarmi sul mio ristorante. La vita continua». Quando sarà libero, possibile che convochi una conferenza stampa. La versione nell'interrogatorio di Bruni di martedì però stride con il racconto di Beppe gol:« Gli as­segni non si muovevano mai dal­lo studio- ha detto il commercia­lista -o dalle mani di Signori. Era lui il referente con Singapore, il loro uomo di fiducia. Quando do­po la scommessa persa su Inter-Lecce gli asiatici iniziarono a mette pressione su Beppe, lui ci disse di rientrare perché sennò quelli ci potevano dare una lezio­ne ». Da lì gli incontri successivi, giustificati dal fatto che gli asse­gni di Bellavista ( 60.000 euro), Paoloni ( 50.000) ed Erodiani (110.000) erano scoperti