(La Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) - Stavolta l'Olimpico fischia forte e chiaro. La Roma di Luis Enrique inciampa nell'800° pareggio della sua storia di A consegnando un punto meritatissimo al Siena, che con Vitiello segna il suo primo gol stagionale.
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Siena a tutta corsa. Fischi alla Roma
(La Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) – Stavolta l’Olimpico fischia forte e chiaro. La Roma di Luis Enrique inciampa nell’800° pareggio della sua storia di A consegnando un punto meritatissimo al Siena, che con Vitiello...
Non inganni il fatto che la squadra di Sannino raggiunga l'1-1 solo nel recupero. Di meriti ne ha acquisti parecchi già prima, quando i giallorossi cercano di capitalizzare la rete del sempre più misterioso Osvaldo con il solito sterile possesso-palla (alla fine il totale sarà il 66%) privo però di una dote di fondo: la velocità. E il risultato di questo inizio stagione è lampante: in 5 gare ufficiali, solo 2 sconfitte e 3 pareggi.
Tridente pesante Luis Enrique conferma Perrotta esterno difensivo e tutto il centrocampo di San Siro, mentre in avanti punta sul tridente fisicamente più robusto visto finora: Borriello, Totti, Osvaldo. Se il possesso di palla resta la cifra stilistica, avere tre attaccanti «fisici» consente stavolta alla Roma più varianti nel lancio lungo, soprattutto grazie al convalescente Pizarro e alla buona mobilità di Totti. Detto questo il Siena, orchestrato da Vergassola, sa muoversi bene sulle linee di passaggio avversarie innescando ripartenze pericolose grazie alla verve di Angelo e Brienza. Con un Kjaer in versione svagata - nonostante un salvataggio sulla linea - e i due esterni di retroguardia (Perrotta e Josè Angel) classicamente proiettati nella metà campo avversaria, i bianconeri con tre passaggi sanno arrivare in porta, by-passando anche le coperture di De Rossi, ormai sempre più centromediano metodista fra i centrali difensivi. Non è un caso, perciò, che il gioco giallorosso oltre al gol produca solo tre tiri da fuori senza pretese, mentre Lobont deve evitare il peggio su Brienza (15') e Angelo (44'), mentre Calaiò sfiora il palo al 29'. Insomma, Luis Enrique deve ringraziare la tigna di Borriello se al 24', ricevuta palla da Josè Angel, si libera di Pesoli e crossa radente per Osvaldo che anticipa Del Grosso sotto misura. Difesa a tre Nella ripresa i tecnici mischiano le carte. Va peggio alla Roma che, con le uscite di Pizarro e Borriello per Gago e Borini, perde in qualità. Il Siena invece, inserendo Gonzalez per l'infortunato Angelo, prima allarga Brienza a destra per un 4-2-4 arrembante e poi, con l'inserimento di Terzi per Grossi, passa alla difesa a tre come base del tridente d'attacco. Risultato? Se i giallorossi si fanno vivi davvero solo con Osvaldo al 7' (parato) e 47' (fuori di poco), i bianconeri sono pericolosi al 24' con Gonzalez di testa da tre metri (Kjaer salva sulla linea) e al 31' con Rossi (para Lobont), mentre altre tre volte Gonzalez, Bolzoni e di nuovo Gonzalez sfiorano i legni da buona posizione. La ragnatela giallorossa ormai presenta buchi imbarazzanti, anche per la pervicacia degli esterni di restare alti e allora tocca al rapido Brienza ricevere palla, liberarsi di De Rossi, colpire il palo e favorire il tap in vincente di Vitiello. Le cartoline finali perciò sono essenzialmente due: la faccia stupita del futuro presidente DiBenedetto e l'esultanza del tifo senese che canta: «Sannino, portaci in Europa». Vedendo la partita, non sembra così un paradosso, anche perché il Siena ha cambiato sei uomini in avvio rispetto alla gara con la Juventus rinunciando anche al faro D'Agostino.
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