(Gazzetta dello Sport)Se Gasperini cammina sul filo, non è che Luis Enrique viaggi comodo in autostrada dentro una macchina di lusso. Inter e Roma, e di conseguenza i loro allenatori, traballano: il gioco non decolla, di schemi meglio non parlarne e intanto le panchine (e i loro occupanti) bruciano a fuoco lento.
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SI GIOCA COSI' Inter: Wes e difesa a tre. Roma: chiavi a De Rossi
(Gazzetta dello Sport) Se Gasperini cammina sul filo, non è che Luis Enrique viaggi comodo in autostrada dentro una macchina di lusso. Inter e Roma, e di conseguenza i loro allenatori, traballano: il gioco non decolla, di schemi meglio non...
Con simili premesse è difficile che San Siro, questa sera, diventi il teatro di una sfida memorabile. Per assistere a partite avvincenti e tatticamente impeccabili è necessaria una qualità che, in questo momento, né Inter né Roma posseggono: la tranquillità. Le sconfitte nei debutti contro Palermo e Cagliari (cui i nerazzurri hanno aggiunto il «carico» dello scivolone in Champions) non garantiscono all'ambiente e ai tecnici la serenità che servirebbe. Mosse Inter L'Inter oscilla tra la difesa a 3 e quella a 4. A Gasperini piace di più la prima versione (l'ha sempre adottata in passato), ai giocatori la seconda.
Contro la Roma sembra che prevalga l'idea del tecnico, tuttavia va subito chiarita una faccenda: il problema non è il modulo, ma come lo si interpreta. Cioè: atteggiamento propositivo e aggressivo (come richiede la difesa a 3), oppure più morbido e dunque più lento (come è accaduto a Palermo con risultati non proprio edificanti). Di fatto, dovendo affrontare una squadra che si presenta con tre attaccanti, Gasperini dovrà ordinare ai suoi difensori un costante movimento oscillatorio. In pratica: il laterale, a seconda di dove si svilupperà l'azione avversaria, avrà il compito di abbassarsi sulla linea dei tre centrali per andare a formare una linea a 4. E' una delle prime regole imposte da questo modulo: così si evita l'uno-contro-uno in zone pericolose e si ha sempre la superiorità numerica.
L'uomo-chiave dell'Inter, se Gasperini sceglierà il 3-5-2 (o 3-4-1-2), sarà Sneijder. Tocca al genietto olandese tenere i collegamenti tra i reparti (quello di centrocampo e quello di attacco) e tocca sempre a lui dare una mano in fase di ripiegamento e di impostazione della manovra. Se Wes gira, l'Inter può uscire dal buio. Mosse Roma Luis Enrique, rispetto al collega, ha meno dubbi tattici: il 4-3-3 è diventato un marchio di fabbrica della Roma.
Il problema, come si diceva prima, è l'interpretazione: il gioco è ancora scolastico, gli automatismi tali non sono, agli attaccanti mancano cartucce e la difesa reclama protezione. Insomma, siamo lontani dal progetto Barcellona sbandierato in sede di campagna acquisti. Due sono i giocatori che possono modificare lo spartito: Totti e De Rossi. Il primo è il pendolo delle azioni offensive e i suoi lanci possono mandare in buca gli attaccanti che agiscono sull'esterno. Il secondo, invece, è il vero e proprio direttore d'orchestra: fondamentale in fase d'impostazione e necessario schermo davanti alla difesa quando la squadra deve contenere. De Rossi avrà il compito di dare un'occhiata (e forse qualcosa di più) a Sneijder che, inevitabilmente, transiterà dalle sue parti. Addormentare l'olandesino è il primo comandamento se si vuole uscire da San Siro con un risultato positivo e spegnere i bollenti spiriti della piazza.
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