(Il Tempo - A.Austini) Quel volpone di Lucescu potrebbe essere suo padre. Montella, 37 anni da compiere, sfida un tecnico che di anni ne ha 66 e si porta dietro un bagaglio pieno di esperienza. Vincenzino, invece, è l’allenatore più giovane tra quelli in corsa nella Champions e al suo debutto deve centrare subito un’impresa per non rischiare che la prima in Europa diventi anche l’ultima.
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Senza paura
(Il Tempo – A.Austini) Quel volpone di Lucescu potrebbe essere suo padre. Montella, 37 anni da compiere, sfida un tecnico che di anni ne ha 66 e si porta dietro un bagaglio pieno di esperienza. Vincenzino, invece, è l’allenatore più...
Almeno per quest’anno. Ma Montella non ha paura. Anzi: il suo approccio alla sfida «dentro o fuori» di Donetsk è deciso, quasi spavaldo. «L’età di un allenatore non conta. Basta essere se stessi, avere delle idee e saperle trasmettere ai giocatori. La gara con lo Shakhtar sarà durissima ma sono molto ottimista» dice in conferenza stampa, prima di dirigere l’allenamento nel gelo della Donbass Arena che oggi sarà riempita da 50mila ucraini già convinti di festeggiare una qualificazione storica. La Roma, però, non gradisce il ruolo di sparring partner. «La squadra sta crescendo - aggiunge Montella - lo Shakhtar è un avversario difficile ma come valori siamo superiori. Vogliamo giocarci le nostre chance, com’è giusto che sia». La sfida d’andata l’ha vissuta da spettatore: quella sconfitta, in fondo, gli ha cambiato la vita perché ha avvicinato l’inevitabile addio di Ranieri. «La partita - ricorda Vincenzino - l’ho vista a casa in tv. La Roma aveva iniziato bene, creando abbastanza occasioni. Poi ha avuto dieci minuti di follia in cui ha subito le qualità dello Shakhtar. La Roma è comunque riuscita a reagire sfiorando anche il pareggio che con un po’ di fortuna sarebbe arrivato. Gli ucraini hanno mostrato di avere corsa e qualità, ma anche di essere battibili visto che ci hanno lasciato parecchie occasioni». Il tecnico sceglie la partita appena giocata in campionato come esempio da seguire. «Lo spirito deve essere quello degli ultimi quindici minuti di Lecce. Lo Shakthar è una squadra che difende bene e sa ripartire in contropiede, quindi ci vorrà massima attenzione». E calma. Meglio, insomma, evitare litigi in campo come quello tra Menez e Borriello al Via del Mare. «Ne sapete sempre più di me - scherza Montella interrogato sull’episodio - nell’anno in cui abbiamo vinto lo scudetto litigavamo sempre, io le chiuderei qui queste storie». Di quello spogliatoio è rimasto solo Totti, che ieri si è seduto al suo fianco e oggi gli darà una grande mano in campo. «Con Francesco è facile giocarci insieme per le qualità, ma anche allenarlo perché è maturato, si allena con intensità, è disponibile e accetta le scelte. È importante che quando viene escluso ci rimanga male: vuol dire che ha voglia di dare tanto». Lucescu conosce bene il punto debole della Roma: la difesa. Ma Montella ha studiato delle contromisure e non teme il confronto con il «volpone» romeno. «Sono molto giovane per allenare in Champions? Lo considero un complimento, non mi dà fastidio. Se sono stato scelto dalla società probabilmente hanno valutato anche questo». Da Montali arriva la conferma. «C’è molto ordine e organizzazione all’interno del gruppo tecnico. Montella sta lavorando bene - assicura il dirigente - siamo favorevolmente impressionati dal cambio in panchina». Tra poco dirà la sua anche Mr. DiBenedetto.
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