rassegna stampa roma

Segnare, soffrire, vincere

(Il Romanista-C.Zucchelli) È arrivato – davvero – solo ieri. Erik Lamela è davvero un giocatore della Roma soltanto dalle 15.08 di ieri quando, con un sinistro magico sotto i Distinti Nord

Redazione

(Il Romanista-C.Zucchelli) È arrivato - davvero - solo ieri. Erik Lamela è davvero un giocatore della Roma soltanto dalle 15.08 di ieri quando, con un sinistro magico sotto i Distinti Nord

(settore occupato da famiglie e bambini, proprio quelli a cui il suo gol andrebbe fatto vedere e rivedere) non segna soltanto il suo primo gol in giallorosso, ma decide anche una partita complicata e difficile, che proietta la Roma a quota 11 in classifica a quattro punti dall’Udinese capolista.

Luis Enrique aveva avvertito tutti alla vigilia: «Col Palermo sarà durissima» e così è stato. Perché è vero che gli uomini di Mangia in trasferta vanno male, ma è vero anche che all’Olimpico vendono carissima la pelle fino all’ultimo secondo di una giornata iniziata con un velo di tristezza per la morte di Marco Simoncelli ricordato con un minuto di silenzio al termine del quale la commozione lascia spazio al calcio giocato. E la Roma, nei primi minuti, parte alla grande con Pizarro e Gago (Pjanic non al meglio in tribuna) che orchestrano il gioco e smistano pallonipericompagni. All’8’ Roma in vantaggio con una prodezza di Lamela che riceve palla da De Rossi e dal limite dell’area, defilato a destra, lascia partire un sinistro a giro che non lascia scampo a Tzorvas. Standing ovation dell’Olimpico, compreso Totti in tribuna col figlio. Lamela ci riprova due minuti dopo, stavolta da posizione centrale, ma il suo tiro, deviato, termina alto. La Roma tiene palla ma occasioni, se si esclude un colpo di testa di Osvaldo ben servito da Cassetti, ce ne sono poche. Il Palermo è ben messo in campo da Mangia – una furia in panchina, mentre Luis Enrique all’inizio è più calmo seduto accanto a Moreno che scrive sulla sua lavagnetta – ma la Roma in difesa è attentissima, guidata dalla ritrovata coppia formata da Juan e Burdisso. Al 33’ ci prova Gago su schema da calcio d’angolo: l’argentino, ben appostato al limite dell’area, riceve palla da Pizarro e tenta il colpo al volo ma il suo tiro termina abbondantemente a lato. Un minuto e si fa vedere il Palermo: punizione dai 30 metri battuta da Zahavi, Migliaccio sfiora di testa mandando però il pallone sopra la traversa. Al 40’ applausi per Stekelenburg sotto la Sud: Balzaretti serve Zahavi, bravo a sorprendere la Roma in velocità, che solo davanti all’olandese tenta il colpo morbido. Stek ci mette la mano e chiude la porta, così come fa un paio di minuti più tardi sul sinistro di Hernandez.

Bergonzi non dà recupero, si va al riposo e nel secondo tempo il copione non cambia. La Roma tiene palla ma non riesce a raddoppiare: Osvaldo di testa ben servito da De Rossi manda fuori così come José Angel che da 25 metri manda direttamente in Curva. I giallorossi tentano in tutti i modi di chiudere la partita ma il sinistro di Lamela (che appena può tira) sfiora il palo nonostante Osvaldo ben piazzato e pronto a ribattere in rete. Il Palermo difende con ordine per ripartire in contropiede ma Hernandez prima e Pinilla poi non sono bravi a sfruttare gli spazi lasciati da una Roma tutta in attacco a cercare il 2-0. Luis Enrique cambia togliendo Borriello e mettendo Perrotta: Simone va a fare l’intermedio, Lamela scala in avanti e Pizarro si sistema nella posizione di trequartista. Brividi alla mezzora quando Ilicic, appena entrato, scatta sul filo del fuorigioco e scarta Stekelenburg calciando a botta sicura non facendo i conti con De Rossi che toglie letteralmente il pallone dalla rete. Il Palermo ci crede e spinge, Migliaccio di tacco sfiora il pareggio, la Roma cambia Juan – buono il suo rientro – con Heinze e poi Lamela con Bojan. Anche Mangia si gioca le sue carte e inserisce Miccoli per Acquah per tentare il tutto per tutto negli ultimi dieci minuti. Lo spagnolo si fa subito vedere, prende palla a centrocampo, arriva al limite dell’area e tira ma il suo destro finisce a lato. Così come termina a lato il tiro a botta sicura di Pizarro dopo una splendida combinazione Bojan-Perrotta. Mancano tre minuti (quelli di recupero) alla fine: lo stadio comprende il momento difficile e prova a spingere la squadra, Osvaldo ci prova con un pallonetto ma Balzaretti manda fuori di testa, Miccoli manda fuori al volo di sinistro, il tempo sembra non passare mai. E invece passa, stavolta senza delusione finale. La Roma vince, il derby è definitivamente alle spalle, Totti lascia lo stadio mano nella mano con Cristian, mercoledì c’è un’altra battaglia. A Genova. Che dovrà essere per noi. Per non fermarsi sul più bello con un Lamela in più.