(Il Romanista - FOTOGRAMMA - P.Marcacci)“Il senso di Mirko per la neve” c’era venuto in mente, pensando allo scenario e guardando la formazione iniziale;
rassegna stampa roma
Scarpini congelati come una classifica
(Il Romanista – FOTOGRAMMA – P.Marcacci) “Il senso di Mirko per la neve” c’era venuto in mente, pensando allo scenario e guardando la formazione iniziale;
c’avrebbe ringraziato pure Hoegper la miglioria, anche perché, ammesso che ricordiate il romanzo, converrete con noi che Smilla non aveva neppure la metà del talento di Vucinic, o di Menez; Totti neanche lo nominiamo perché se è vero che non esistono due fiocchi nivei dai cristalli uguali, per quanto possa nevicare saranno sempre più variegate le sue giocate, nessuna completamente uguale all’altra. Non solo /Bologna è una vecchia signora, dai fianchi un po’ molli; col seno sul piano padano ed il culo sui colli…/ ma ieri aveva anche indossato i doposci per venire allo stadio, irriconoscibile nel suo Malesani versione campagna di Russia eppure speranzosa di proseguire nel suo campionato da vetrina per il miglior offerente, invidiosa allo stesso tempo di chi il nuovo proprietario sembra vederlo all’orizzonte, invece di cedere ogni volta alle lusinghe del guascone di turno, un po’ come le disorientate fanciulle del ‘45 che finivano immancabilmente tra le braccia del soldato americano di turno per poi ritrovarsi sedotte e abbandonate.
Doveva essere anche un po’derby del futuro societario, questo Bologna- Roma imploso nel fischietto di Banti dopo che la ragionevolezza aveva già esaurito i suoi minuti di recupero e il buon senso di prendeva la sua rivincita su chi ha voluto cominciare per forza. Tutt’intorno, echi lontani di goleade e apparenti capitomboli di classifica: la Piedigrotta del San Paolo, Cavani e petardi, Genoa per noi che ce l’eravamo giocato,
Milano prima gambe aperte poi che ride e si diverte, soprattutto se un rigore è cosa da pazzi, più che da Pazzini. Quando i tuoi non giocano, è tutto una pena, in verità, anche per come giocano gli altri e Ranieri non parla mai per caso, alla fine della fiera. Restano il sapore buono dei tortellini, l’odore delle mostarde il Lambrusco nelle vene, a dare un senso a questo pomeriggio di fiocchi e guanti, cappellini e scalda collo, scarpini congelati come una classifica che a un certo punto è stato bello guardare con distacco. Il problema è che quando la neve si scioglie, torna ad affiorare il campionato italiano.
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