(Il Romanista – D.Galli) - «Non c’è stata nessuna firma (oddio, in realtà Scarpellini usa una terminologia più colorita e spiccia, ndr). Però sì, con DiBenedetto ci siamo visti e ci rivedremo.
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Scarpellini: «Stadio alla Massimina? Si può fare solo lì»
(Il Romanista – D.Galli) – «Non c’è stata nessuna firma (oddio, in realtà Scarpellini usa una terminologia più colorita e spiccia, ndr). Però sì, con DiBenedetto ci siamo visti e ci rivedremo.
E io dico che lo stadio della Roma si può fare solo lì». Lì. Alla Massimina. Sui suoi terreni. Quelli di Sergio Scarpellini, costruttore, palazzinaro per dirla alla romana. Che al “Romanista” chiarisce quanto riportato ieri da “La Stampa”: per lo stadio non è ancora fatta, ma non è che manchi tanto. Stando alla titolazione del quotidiano di Torino (perché l’articolo è più prudente), DiBenedetto ha firmato il preliminare di acquisto dei terreni di Scarpellini alla Massimina. Gli stessi dove la Sensi avrebbe voluto fare uno stadio, e invece si accontentò di un rendering. Un disegno. «Una visione», commentò all’epoca qualche voce maligna constatando che, oltre all’impegno dell’architetto Zavanella, c’era ben poco. Anzi, nulla. Mancavano soldi e c’erano vincoli.
«L’area ha una destinazione agricola», denunciò nel 2009 Legambiente. Allora, vediamo. Scrive “La Stampa”: «Martedì Scarpellini ha incontrato DiBenedetto per siglare un accordo preliminare. I due si rivedranno la settimana prossima per concludere: il perimetro dell’operazione non è circoscritto alla costruzione dello stadio, ma si estende a un complesso residenziale di circa 400 mila metri quadri, in cui rientrerebbero un albergo, un centro commerciale e parchi a tema». Quindi, a detta dell’articolista i due non hanno ancora firmato nulla. Però il titolo lascia poco spazio all’immaginazione: “Firmato il contratto preliminare di compravendita”. Non è così. Non ancora, almeno. Spiega Scarpellini al “Romanista”: «Quello con DiBendetto è stato un incontro carino, però non abbiamo firmato nulla». Ma sull’area della Massimina insistono dei vincoli? «No, nessuno». E le infrastrutture viarie? «Abbiamo già condotto degli studi. Mi creda, è l’unica area positiva per lo stadio della Roma». Positiva secondo lei o secondo DiBenedetto? «Secondo DiBenedetto». Si rivedranno. Presto. Anche la Roma smentisce l’esistenza di un accordo. Avverte a “laroma.net” il vicepresidente Roberto Cappelli: «Non abbiamo individuato nessuna area, c’è una selezione in corso. Non è stata fatta ancora una scelta, ci sono diverse aree. Vorremmo fare presto, però non abbiamo fissato una scadenza».
Parla Cappelli, ma la società non commenta. Non lo abbiamo fatto per Tor di Valle e Tor Vergata, dicono, perché dovremmo farlo adesso? Equazione: la notizia non era vera prima e non lo è ora. Di vero c’è tuttavia l’incontro tra Scarpellini e Mr Tom. Pure qui, però, a Trigoria obiettano che il presidente ha visto, vede e vedrà più costruttori. Nei prossimi tempi, la Roma incaricherà una società specializzata nella valutazione delle aree. Verrà anche stilato un piano economico-finanziario, perché lo stadio di proprietà sorgerà laddove sarà ritenuto più redditizio. In ballo ci sono centinaia di milioni, avvertono a Trigoria. E questa Roma non procederà a casaccio.
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