(Il Giornale - L.Fazzo) In effetti era semplice. Nei giorni scorsi, di fronte alle ultime rivelazioni di Repubblica e del Giornale sui passi avanti dell’inchiesta sul lato oscuro del calcio italiano, ci si chiedeva: se ci sono tre partite di serie A sotto accusa, perché ci sono solo cinque squadre sotto tiro?
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Scandalo calcioscommesse, il bookie confessa: sono state truccate tre partite con tanti gol
(Il Giornale – L.Fazzo) In effetti era semplice. Nei giorni scorsi, di fronte alle ultime rivelazioni di Repubblica e del Giornale sui passi avanti dell’inchiesta sul lato oscuro del calcio italiano, ci si chiedeva: se ci sono tre...
Perché solo Fiorentina, Roma, Cagliari, Genoa e Lecce? La sesta squadra che fine ha fatto? Il mistero viene chiarito ieri, quando trapelano alcuni passaggi del verbale riempito da Massimo Erodiani, bookmaker abruzzese finito al centro del vortice di scommesse facili e partite truccate.
Erodiani viene sentito dopo che il suo amico e complice Marco Pirani ha iniziato a vuotare il sacco. È stato Pirani il primo a indicare le tre partite di serie A in cui «i risultati previsti si sono realizzati». E dalle domande che il magistrato fa a Erodiani si capisce perfettamente quali sono le tre partite dell’ultimo campionato finite sotto la lente degli inquirenti. Ed eccole, le tre partite. La prima è Fiorentina-Roma, 20 marzo 2011. La seconda è Lecce-Cagliari, 17 aprile. La terza è Genoa-Lecce, 23 aprile. Il Lecce compare due volte, ecco perché i conti non tornavano. Tre partite che sono accomunate da una caratteristica precisa: la pioggia di gol. Fiorentina-Roma finisce 2-2, Lecce-Cagliari 3-3, Genoa-Lecce 4-2. Goleade, spettacolo, e qualcuno che sospettano gli inquirenti - si è arricchito facilmente.
Per quanto riguarda Fiorentina-Roma, gli inquirenti sanno che i clan avevano avuto indicazioni precise per puntare sull’ over ,il risultato con almeno tre gol. Indicazioni analoghe erano arrivate anche per le due partite del Lecce. Non è il solo dettaglio interessante che emerge dall’interrogatorio di Erodiani. Dei tre presunti «biscotti» della serie A, l’allibratore pescarese dice di sapere poco o nulla. Ammette le sue colpe, ma punta a dipingersi come un pesce piccolo, un uomo da seconda o terza fascia. Ma getta un flash esplicito su quelli che indica come i piani alti del sistema. In particolare il «giro dei bolognesi», quello che ha la sua base operativa nello studio di alcuni commercialisti in via Ugo Bassi, nel capoluogo emiliano, e di cui fa parte anche il nome più blasonato finito finora nell’inchiesta: Beppe Signori, già attaccante del Bologna, della Lazio e della Nazionale. Racconta Erodiani di essere entrato nel giro delle partite truccate per cercare di recuperare i soldi che gli doveva Marco Paoloni, portiere della Cremonese e poi del Benevento. Piccolo cabotaggio, dice.
Ma poi andò a Bologna, a partecipare ad una riunione con quelli del giro emiliano. E lì, dice, mi resi conto che la loro disponibilità economica era enorme. Alla riunione, dice, c’era anche Beppe Signori. Si parlò, dice, anche di Inter- Lecce. Restai impressionato, ripete l’allibratore, dalla quantità di soldi di cui si parlava, e che dava al giro la possibilità di condizionare anche le partite di serie A. Sembrava, dice, che ci fosse un vero e proprio tariffario. Per ogni incontro, l'organizzazione era in grado di stanziare trecentomila euro. E Signori, sostiene sempre Erodiani, sembrava quello con la disponibilità economica maggiore di tutti. Man mano che si va avanti, gli inquirenti si domandano con sempre maggiore frequenza: e l’ufficio inchieste della Figc, che cosa faceva? É ipotizzabile un reato di omissione di atti d’ufficio? Domenica si era saputo che un rapporto della Squadra Mobile di Cremona affermava che Massimo Erodiani era in contatto con un funzionario della Procura federale, a cui aveva raccontato praticamente tutto senza che accadesse nulla.
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