(Il Romanista - F.Bovaio) - Un forte nazionale olandese, un ds della Roma che si mette sulle sue tracce per battere sul tempo la concorrenza pronto al blitz lampo nella terra dei tulipani e una valutazione di mercato che si aggira sugli otto milioni di euro.
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Sarà il nostro primo olandese. Non come Vanenburg
(Il Romanista – F.Bovaio) – Un forte nazionale olandese, un ds della Roma che si mette sulle sue tracce per battere sul tempo la concorrenza pronto al blitz lampo nella terra dei tulipani e una valutazione di mercato che si aggira...
Sembra proprio la trama di una storia già vista dalle nostre parti, anche se ci auguriamo che stavolta, a differenza di allora, vada in "porta", visto che Stekelenburg è uno dei migliori portieri del calcio attuale. Prenderlo significherebbe fare un grande colpo di mercato e lo farebbe diventare il primo olandese della storia della Roma, che curiosamente in più di ottanta anni di vita non ha mai tesserato un calciatore di quelle parti. Ci andò vicina nell’estate dell’89, quando si svolse la storia dalla trama in tutto simile a quella dei nostri giorni alla quale facevamo riferimento prima. Quell’anno, infatti, la Roma fu ad un passo da Gerard Vanenburg, ala destra vecchio stampo che nell’88 era diventato Campione d’Europa con l’Olanda. Di lui si erano innamorati un po’ tutti, dal presidente Viola, che spesso lo paragonava a Donadoni, al ds giallorosso Emiliano Mascetti, che fece il possibile per portarlo nella Capitale. Ma l’affare saltò proprio quando sembrava fatto, con Vanenburg che il 28 luglio era ormai considerato un giocatore della Roma e che pochi giorni dopo, invece, fu confermato dal Psv Eindhoven con un contratto di otto anni più un vitalizio fino ai sessant’anni di età. In quei convulsi giorni di luglio Viola spedì Mascetti in Olanda per chiudere la trattativa in fretta e furia, forte dei sette miliardi e settecento milioni di lire (simili anche nella cifra agli otto milioni di euro di oggi) depositati su un conto del Banco di Santo Spirito pronti per essere girati alla società olandese per il giocatore. La partenza del ds giallorosso per i Paesi Bassi fece pensare a tutti che la trattativa fosse ormai andata in porto, ma alle 22.40 del 28 luglio il ds del Psv Ploegsma bussò alla porta della stanza 406 dell’Holiday Inn di Eindhoven dove alloggiava Mascetti per dirgli che non se ne faceva più nulla. Incredibilmente il Psv, che si era già privato di Koeman cedendolo al Barcellona, non lasciava più partire l’altra sua stella, Vanenburg, smentendo l’ottimismo mostrato da Dino Viola nel ritiro di Pinzolo, dove lo aveva elogiato dando l’affare per concluso e indicandolo come il primo obiettivo di mercato della Roma, che lo preferiva a Silas, Winter e Detari. Invece il 29 luglio Vanenburg allungò il contratto con il Psv lasciando la società giallorossa con un palmo di naso. Come scusa ufficiale per il suo dietrofront adottò la mancata partecipazione della Roma alle coppe europee della stagione 1989-90. Come se prima non lo avesse saputo. Il ricordo di quel precedente fa stare in ansia i tifosi romanisti, che crederanno a Stekelenburg solo quando questo sarà effettivamente acquistato, con la speranza che la partenza di Sabatini per l’Olanda, data ormai per imminente, si concluda con un risultato diverso da quello che vanificò il blitz di Mascetti dell’89, quando tornò a mani vuote senza alcuna colpa, ma solo per il gioco al rialzo del Psv e l’inaspettabile dietrofront del giocatore.
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