(Il Romanista - D.Galli) - Bene. Anzi, benino. Anzi, male. C’è chi tra i romanisti dice no, chi non andrà a Milano l’11 maggio per il ritorno della semifinale di Coppa Italia con l’Inter, chi se ne starà a casa davanti alla tivvù perché bolla come «apartheid» la decisione dell’Osservatorio del Viminale di riaprire San Siro ai non tesserati.
rassegna stampa roma
San Siro, la trasferta della beffa
(Il Romanista – D.Galli) – Bene. Anzi, benino. Anzi, male. C’è chi tra i romanisti dice no, chi non andrà a Milano l’11 maggio per il ritorno della semifinale di Coppa Italia con l’Inter, chi se ne starà a casa davanti alla...
Apartheid. Parola grossa. Importante. Ma si sa, non è che i rapporti tra Stato e curve siano proprio idilliaci. Qui però bisogna badare al sodo, schivando le polemiche che qualche purista della storia potrebbe innescare. L’apartheid è una cosa seria, ma è una cosa seria anche la sensazione di segregazione che provano i romanisti senza tessera del tifoso. Con le dovute proporzioni, e con il massimo rispetto per chi come Mandela si è battuto contro il white power sudafricano, si sentono discriminati. Punto e basta. MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso che ormai è diventato un punto di riferimento per il tifo della Roma, ha diffuso un comunicato durissimo. «Pur prendendo atto – si legge - dell’apertura mostrata dal CASMS, su intervento del Prof. Gian Paolo Montali per conto della società, MyRoma ritiene che il rimedio adottato non sia sufficiente e rischi di creare discriminazioni inaccettabili. I settori indicati come “riservati” ai non fidelizzati sono infatti di scarsissima capienza a fronte della presumibile elevata richiesta mentre, al contrario, vi è una elevata disponibilità per il settore dedicato ai “fidelizzati”, in ordine al quale, invece, c’è scarsa richiesta. MyRoma, preso atto del fatto che la vendita di qualunque biglietto prevede la verifica automatica della sussistenza dei motivi ostativi, esattamente come avviene per i possessori della tessera del tifoso, auspica che le barriere che impediscono ai tifosi della Roma di seguire liberamente la propria squadra vengano rimosse, con un impegno ancora maggiore dell’A.S. Roma e delle Istituzioni».
Il comunicato è chiarissimo. MyRoma spiega per filo e per segno qual è il limite del nuovo provvedimento. Nell’aggiornamento sui biglietti (fidelizzati 10 euro, non fidelizzati 14 euro, punti vendita Lottomatica, ma per chi non ha la tessera solo dalle 10 di lunedì) pubblicato dalla Roma, viene spiegato che i settori in più concessi ai romanisti senza As Roma Club Privilege sono il 301 e il 302. Più che spicchi di San Siro, sono spicchietti. E’ una gabbia, meglio ancora, che può contenere appena 500 anime. Avete capito bene, 500. Sono 500, dei 4300 totali in vendita ai tifosi giallorossi. Domanda numero uno: ma davvero qualcuno crede che ben 3800 romanisti privilegiati, leggi titolari dell’As Roma Club Privilege, andranno a Milano, di mercoledì sera e nel settore ospiti? Domanda numero due: ma davvero qualcuno crede che solo 500 romanisti non privilegiati, leggi ultras, si muoveranno (o si sarebbero mossi?) per sostenere la Roma in terra longobarda? La risposta è scontata. No, certo. E’ evidente il tentativo di disincentivare la trasferta per i non tesserati. Beh, forse è riuscito. Perché il tam tam si è diffuso, la notizia si è sparsa. Milano è aperta, ma c’è la fregatura. Prendete quel sito meraviglioso di asromaultras.org. Andate a vedere che ti scrivono i romanisti senza tessera (la maggioranza non silenziosa). Dice Francesco, tifoso non fidelizzato: «Ciao Lorenzo (il webmaster, ndr), ti avevo scritto che secondo me era giusto andare a Milano. Ovviamente non avevo pensato alle menti diaboliche travestite da istituzioni. Così oggi leggo che i non tesserati potranno occupare i settori 301 e 302 del Terzo Anello e già la cosa mi puzza. Dopodiché vado sul sito dell’Inter per visualizzare la mappa dello stadio e scopro che il settore dedicato ai “non fidelizzati” è il più angolato, lontano e soprattutto piccolo, due spicchietti che conterranno sì e no 300 persone. Costo del biglietto? 14 euro! 4 euro in più dei tesserati... ma come? Una parte del settore in cui si vede peggio rispetto alla già orribile visuale di quel settore costa anche di più? Inutile dire che ho impiegato ben poco tempo a cambiare idea... spero che questa buffonata venga boicottata da tutti! Ci vogliono trattare come i cani a cui si tirano gli avanzi del pranzo per farli smettere di abbaiare! Bisogna rimanere uniti e non cedere proprio adesso... O tutti o nessuno!». Obiezioni?
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