(Gazzetta dello Sport-F.Bianchi)Ci sono squadre che si trasformano in incubi, come certe giornate. L’anno scorso la Roma disse addio a un sogno chiamato scudetto cadendo in casa con la Samp nel rettilineo finale.
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Samp incubo della Roma Vucinic colpisce poi è tracollo-Juan
(Gazzetta dello Sport-F.Bianchi) Ci sono squadre che si trasformano in incubi, come certe giornate. L’anno scorso la Roma disse addio a un sogno chiamato scudetto cadendo in casa con la Samp nel rettilineo finale.
Ora, il capitombolo è di certo meno grave: la squadra di Ranieri perde «soltanto» l’occasione di sorpassare la Lazio e di riavvicinarsi al Milan. Ma è per come si realizza questa sconfitta che si rafforza l’idea della Samp rivale stregata. La Roma si sta godendo l’intervallo, con in tasca il gol di Vucinic (grande azione e tiro potente, con Curci un po’ addormentato) e nella testa le immagini di una sfida gestita senza problemi. In questo quadro entra in campo il destino: Mexes si ferma negli spogliatoi per un problema agli flessori, al suo posto si presenta Juan, la cui giornata si trasformerà in un incubo. Due suoi tocchi al semolino ribaltano la situazione a favore del Doria che ringrazia. E ringrazia sopratutto Di Carlo, che stava seduto su una panchina non più tanto solida.
Sciagurato JuanPrimo errore del brasiliano, al minuto 10: un passaggio indietro per Julio Sergio così lento che persino Palombo, non un fulmine, riesce a intercettare. Il capitano si catapulta in area, va in dribbling sul portiere in uscita che commette l’errore di stenderlo. Rocchi fa la cosa giusta: espulsione e rigore, segnato da Pozzi a Doni, entrato per il sacrificato Menez. La Samp con l’uomo in più tuttavia non riesce ad approfittarne e allora ci ripensa Juan. Secondo errore, al minuto 39’: Macheda cerca di controllare in area, trattenuto. La palla schizza dalle parti di Juan che cerca di spazzare ma gli viene fuori un aborto di rinvio sul quale sbuca Guberti che fa centro tra le gambe di Doni. Samp in orbita, per grazia ricevuta.
Speranza Macheda Eh sì, senza la performance di Juan, al quale bisogna almeno riconoscere una certa coerenza negli sbagli (debolezza da cattiva digestione forse?), la Samp con Pazzini a mezzo servizio non avrebbe mai vinto questa partita. Ha mostrato determinazione e cose discrete all’inizio, per sgonfiarsi subito al gol di Vucinic. Pozzi e Marilungo sono un po’ troppo leggeri come coppia, e le fasce continuano a non funzionare. Una volta in 11, la Samp ha giocato alla pari senza riuscire, appunto, a domare del tutto la Roma. La buona notizia arriva dal nuovo arrivato, Macheda: in poco più di un quarto d’ora ha dato l’impressione di poter riportare un po’ della fantasia e della pericolosità in attacco persa con Cassano.
Molto meglio la Roma dello scatenato Vucinic, una Roma camaleontica (passava con nonchalance dal 4-2-3-1, al rombo e al tridente) e incisiva, nonostante le assenze di De Rossi e Totti, in panchina insieme per la prima volta nella gestione Ranieri. Ranieri che ha fatto entrare Totti, sul 2-1, al minuto 45 della ripresa. Davvero. Il capitano ha sfoderato al quarto uomo una battuta di quelle che regala negli spot tv: «Ma che, la partita sta cominciando adesso?» . Humor smarrito appena entrato: litigio col compagno d’azzurro Palombo per un falletto che tra l’altro ha commesso lui. Danno e beffa In fin dei conti, occasione sprecata dalla Roma. Con l’aggiunta della beffa. Nel finale, con la Roma che cercava il pari, prima Lucchini e poi Gastaldello sono stati espulsi per doppia ammonizione. Samp senza centrali titolari la prossima partita. Guarda un po’, la partita è con Lazio.
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