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Sabatini: “Totti deve fare un passo indietro”

(repubblica.it – M. Pinci) – La polemica strisciante dell’estate romanista, esplosa nei fischi dell’Olimpico dopo la sostituzione di Roma-Slovan ma sommersa nel silenzio dei protagonisti, è finalmente emersa.

Redazione

(repubblica.it - M. Pinci) - La polemica strisciante dell'estate romanista, esplosa nei fischi dell'Olimpico dopo la sostituzione di Roma-Slovan ma sommersa nel silenzio dei protagonisti, è finalmente emersa.

Alla luce del sole. La Roma ha smesso di nascondersi, manifestando per bocca del suo direttore sportivo, un sintomo di cui tutti sapevano da tempo: "C'è una triangolazione Baldini-Totti-Luis Enrique. Ed è molto pericolosa". Questo il preludio di Walter Sabatini a uno sfogo che resterà nella storia della Roma: il momento in cui il club, chiede ufficialmente - e pubblicamente - al suo simbolo, di ammainare la bandiera. "Totti deve mettere da parte qualsiasi forma di vanità sapendo di aiutare moltissimo il gruppo". E ancora: "Deve gestirsi bene e sopportare le esclusioni in un'altra maniera". Poi, l'affondo finale: "Il caso Totti sta uccidendo la squadra".

"PIU' UTILE SE GIOCA MENO" - Una conferenza stampa fiume, subito dopo la presentazione della supercoppa Primavera che la Roma giocherà domani sera contro la Fiorentina, nata come punto per il mercato estivo. Ma diventata il trampolino per affrontare una questione che, da settimane, feriva la Roma dall'interno. "C'è una triangolazione Baldini-Totti-Luis Enrique che non mi piace affatto. Una sorta di stallo. E quando un aereo stalla poi precipita", l'esordio di Sabatini. Quello che chiede il ds è chiaro per forma e contenuti: "Totti non merita che si racconti la sua storia dicendo "Totti ha fatto scappare gli ultimi 6 allenatori". E invece è così che la raccontano all'esterno. Le qualità di Totti non sono in discussione, mai. Ma oggi deve pensare a se stesso in maniera diversa, può darsi che possa essere più utile con 20 partite che con 30. Anche se va in panchina dovrebbe avere il sorriso dentro e anche fuori, perché anche i giovani non siano in imbarazzo". Una presa di posizione inedita nell'intera storia recente della Roma. E un modo per mettere Totti di fronte alle proprie responsabilità di capitano, anche perché "non è un accantonamento di Totti - chiarisce Sabatini - ma una richiesta di far lavorare un allenatore serenamente. Deve poter decidere di non far giocare Totti senza un processo continuo da cui non si esce più. Anche perché questa situazione intimidisce i nuovi, in campo e fuori". "NESSUNA FRONDA, TOTTI DEVE ACCETTARE LE ESCLUSIONI" - La presa di posizione di Sabatini è stata comunicata in mattinata dallo stesso direttore sportivo al capitano della Roma: "Gli ho detto che avrei parlato di lui", specifica. Forse, non sapeva avrebbe affrontato la situazione, dietro cui qualcuno ha voluto vedere la regia occulta di Franco Baldini: "Non c'è una fronda di Baldini contro Totti, né un piano per demolirlo passando da Luis Enrique. Baldini ha usato un aggettivo, "pigro", che avrebbe potuto non usare. Ma lo ha spiegato, dovrebbe essere Francesco a evitare si formino rivoli intorno al suo nome". Magari potrebbe spiegarlo, Totti, in una conferenza, dopo mesi di silenzio seguiti proprio all'uscita pubblica del futuro direttore generale. Una scleta, e non un'imposizione, come precisa il ds: "La Roma ha accettato, non imposto, che Francesco non parli. È un mio auspicio che venga in sala stampa", l'augurio di Sabatini. Prima di rincarare la dose: "Totti deve andare incontro all'allenatore, a questo punto della sua vita sportiva ci si aspetta qualcosa di speciale e deve fare in modo che Luis Enrique esprima le sue qualità svincolandolo da una serie di considerazioni che vengono fatte in ossequio a un reato di resa maestà. Non ci devono essere intoccabili, vanno accettate le esclusioni". Parole dure, che non lasciano spazio a repliche: "Non dico che Totti debba accettarlo serenamente. Ma deve accettarlo. E modulare le sue risposte verso allenatore e squadra in modo diverso. Lo so che per lui è difficile, lo sente come una bocciatura, e lesiva della sua dignità. Gli chiedo uno sforzo straordinario. Non possiamo distruggere Luis Enrique, per far venire un altro che poi verrà distrutto a sua volta". Poi, la chiusura di fuoco: "Questa situazione sta uccidendo la squadra". Più chiaro di così. "CONTRATTO DE ROSSI MI PREOCCUPA" - "Il contratto di De Rossi mi preoccupa, ma so che Daniele vuole rimanere qui - ha spiegato Sabatini -. Poi si confronta col mercato e fa delle richieste giustamente. La società ha pensato ad un'idea di contratto piuttosto innovativa e penso arriveremo a una conclusione favorevole, se così non fosse sarebbe una grave perdita per la Roma ma dovremo accettarlo. Non credo arriveremo a tanto". "De Rossi non tradisce, non fa parte delle sue corde - ha aggiunto -. In caso sceglie, che è una cosa diversa. De Rossi non è mai stato in vendita, poi la società forse soffrirà della sua perdita, ma non era il momenti di perderlo sul mercato. Ma non lo perderemo".