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Roma, visto Lamela? Sa vincere da solo

(Corriere dello Sport – R.Zanni) Con la maglia numero 10 sulle spalle, se non proprio i paragoni, almeno i pensieri possono correre veloci. Un peso che però Erik Lamela non ha sentito, fa­cendo quello che gli argentini avrebbero voluto...

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Zanni)Con la maglia numero 10 sulle spalle, se non proprio i paragoni, almeno i pensieri possono correre veloci. Un peso che però Erik Lamela non ha sentito, fa­cendo quello che gli argentini avrebbero voluto vedere dai piedi di Messi in Cop­pa America.

La squadra non gira? Ci pen­sa la stella. Ed è stato così a Medellin nel­ll'incontro- esordio dell'Argentina ai Mon­diali Under 20 che hanno preso il via ve­nerdì in Colombia.La Seleccion del futu­ro ha vinto contro il Messico grazie a un gran gol del neo acquisto della Roma: palla ricevuta appena oltre la metà cam­po, una volata in mezzo a tre difensori fin quasi al limite dell'area avversaria e un “puntazo”, come dicono gli argentini, un tiro di punta, di sinistro, rasoterra, con la palla che si è insaccata, imprendibile, al­la sinistra di Carlos Lopez, portiere mes­sicano. Gol e vittoria perchè la partita si è chiusa sull'1-0 e l'Argentina, pur non convincendo, si è messa in tasca i primi tre punti del torneo, unica formazione a conquistare il successo venerdì, con La­mela che ha anche realizzato il gol inau­gurale del Mondiale. Una rete decisiva, ma anche una prestazione ad alto livello, è stato il trequartista mancino gialloros­so a caricarsi sulle spalle la squadra e a portarla al successo: un gol, altri tentati­vi pericolosi dalla distan­za con l'aggiunta di un tunnel ai danni di un av­versario qualche minuto dopo il gol. IL MIGLIORE -«Lamela ha sbloccato la partita, è sta­to il grande protagonista dell'incontro- ha detto Juan Carlos Chavez, ct del Messico -tie­ne la palla, tira e fa gol». Insomma mes­sicanisicuri, se non fosse stato per il gial­lorosso mai avrebbero perso con l'Argen­tina. «Ho toccato indietro- così ha de­scritto la sua rete l'ex centrocampista del River -poi ho ricevuto nuovamente la palla ed è stato merito anche di Facundo Ferreyra se è arrivato il gol, poi quando sono stato lì ho colpito cercando l'angolo». E l'ha trovato, perfetto.«É una maniera per dare confidenza a tutto il gruppo- ha continuato -vincere la prima partita è molto importante, un successo che ci serve per continuare a crescere».MATURITA’- Ha solo 19 an­ni Lamela, “El Coco”, ma in campo, e anche fuori, dimostra una maturità da giocatore già esperto:«Questo tipo di partite­ha spiegato -bisogna sa­perle giocare in maniera intelligente. Ecco noi non abbiamo brillato, ma sia­mo stati intelligenti. Credo che il Messi­co non ci abbia mai messo in difficoltà perchè sul terreno di gioco ci siamo schierati bene. Solo negli ultimi minuti si sono fatti più aggressivi, ma fortunata­mente siamo riusciti a vincere e a comin­ciareil torneo nel modo migliore».TRAMPOLINO- Il 1979 fu l'anno di Diego Maradona, il 2001 di Javier Saviola, il 2005 di Lionel Messi, il 2007 del Kun Aguero, tutti Palloni d'Oro del Mondiale Under 20 e vincitori del torneo (la Selec­cion è anche la nazione che ha conquisto più titoli, sei) ecco allora che il 2011 po­trebbe diventare l'anno di Erik Lamela, arrivato in Colombia come la stella più luminosa del torneo, grazie anche ai 12 milioni di euro sborsati dalla Roma per strapparlo al River e alla concorrenza. Lamela però, alla sua prima partita uffi­ciale con la maglia argentina da giocato­re della Roma, ha subito dimostrato che i soldi investiti dal club giallorosso sem­brano proprio spesi bene: Erik ha fatto felice una Argentina ancora incredula di quello che è successo alla nazionale mag­giore, ma anche i suoi nuovi tifosi italia­ni, ricevendo poi i complimenti di Mr. Di-Benedetto. E domani ci si aspetta il bis, c'è l'Inghilterra, una sfida che evoca mo­menti incancellabili, emozionante, a qualsiasi livello: “El Coco” è pronto per scrivere un nuovo capitolo.