(Il Messaggero-U.Trani) Il gol di Totti di sabato sera, rigore calciato di potenza sotto la traversa, riporta la Roma sul podio, in piena corsa per lo scudetto, e davanti alla Lazio per la prima volta in stagione.
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Roma, un poker d'assi
(Il Messaggero-U.Trani) Il gol di Totti di sabato sera, rigore calciato di potenza sotto la traversa, riporta la Roma sul podio, in piena corsa per lo scudetto, e davanti alla Lazio per la prima volta in stagione.
Ma se, nella notte al freddo e al gelo dell’Olimpico, il capitano, con la rete al Cagliari, festeggia la numero 250 con la maglia del cuore, il gruppo giallorosso si rende conto che proprio in attacco ha gli uomini per sfidare il Milan capolista. Perché se per Allegri i suoi Ibrahimovic, Robinho, Pato e Cassano sono i Fantastici 4, Ranieri può permettersi di avere in mano il Poker d’Assi con Borriello, Vucinic, Totti e Menez, con gli ultimi due a segno proprio nella seconda giornata del girone di ritorno. Negli ultimi 17 incontri ufficiali, mai a digiuno e 33 gol segnati, media di quasi 2 a gara.
La ricchezza offensiva della Roma può dunque essere la risorsa in più di qui alla fine della stagione. Quattro uomini con caratteristiche diverse e, proprio per questo, spesso decisivi. Borriello, il centravanti, è la punta che sta facendo la differenza: 9 reti in campionato, 4 in Champions e il rigore in Coppa Italia contro la Lazio. Vucinic, il cecchino, segna gol pesanti e dunque si accende sempre sotto i riflettori, 6 gol in questo torneo. Menez, il genio, solo 3 reti per sè, anche se l’unica in Europa, a Basilea, vale gli ottavi, e tante per gli altri. E ovviamente Totti, il nuovo, 5 gol, 3 in campionato e 2 in Champions, media inferiore rispetto agli anni passati, anche quelli in cui certi infortuni avrebbero stroncato la carriera a qualsiasi altro ma non a lui.
Il capitano è la novità della Roma. Più di Borriello, cioè il terminale che mancava dall’éra Batistuta e quindi da un decennio. Perché Francesco, mai come in questa stagione, la diciottesima dall’esordio di quasi 18 anni fa il 28 marzo 1993 a Brescia, si sta mettendo a disposizione della Roma. Non segnando, ma sacrificandosi. Pochissime le gare giocate da centravanti: solo 3, in Supercoppa contro l’Inter e la prima di campionato contro il Cesena, quando ancora non era stato acquistato Borriello, e nella prima di ritorno, ancora contro i bianconeri di Ficcadenti. Insomma, il capitano si allontana dalla porta e non lo si vede più nel ruolo che nel 2007 lo aveva portato a vincere la scarpa d’oro. Per i guai fisici degli altri, in particolare Vucinic e Adriano, su 29 partite ufficiali è stato comunque presente 23 volte e 21 da titolare (16 in campionato e 5 in Champions). Ma la posizione differente non gli ha permesso di sfruttare le sue capacità balistiche, solo una rete su azione al Barbera contro il Palermo, sprecando invece più energie per il suo maggior coinvolgimento nel gioco (già 6 assist, tanto per non smentirsi come rifinitore).
Il nuovo Totti, però, si adegua alla richieste di Ranieri. Anche se, proprio due settimane fa, l’allenatore fu spinto dalla proprietà a confrontarsi con il capitano che, dopo lo sgarbo dei 192 secondi del recupero di Marassi contro la Sampdoria, ha preteso un chiarimento. «Sono triste a Trigoria, non fuori» la frase che aveva allarmato Rosella Sensi e gli altri dirigenti. Francesco, in quei giorni, ha pensato per la prima volta nella sua carriera all’addio, non sentendosi più al centro del progetto. Più che avere rassicurazioni sul ruolo in campo, le voleva sul ruolo nella Roma di Ranieri. Perché, senza mai polemizzare, ha accettato le esclusioni nelle gare più prestigiose: contro il Milan e il Bayern Monaco. Ma, in una stagione in cui sta bene fisicamente (dopo le feste di Natale si è presentato dimagrito a Trigoria: un chilo e mezzo in meno), non riusciva a spiegarsi come mai al suo posto abbiano avuto la maglia da titolare Adriano, non al meglio, e Borriello, con il tutore alla spalla.
Il sorriso gli è tornato dopo aver realizzato il 51° rigore in carriera, il 4° della stagione (2 in campionato e 2 in Champions). E soprattutto dopo aver ritrovato il gol all’Olimpico, sotto la sua Sud, dopo più di nove mesi: l’ultimo il 9 maggio proprio al Cagliari (doppietta), anche se proprio due mesi fa, il 23 novembre, trasformò il rigore del successo contro il Bayern davanti al suo popolo. Anche quella sera, entrò in corsa, alla mezz’ora della ripresa. Per essere come sempre decisivo.
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