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Roma, suicidio da Champions

(Leggo – F.Maccheroni) «Bisogna accettare il verdetto del campo». Ma quanto è saggio Montella, almeno finché non dice che il campionato per la Roma è ancora aperto.

Redazione

(Leggo - F.Maccheroni) «Bisogna accettare il verdetto del campo». Ma quanto è saggio Montella, almeno finché non dice che il campionato per la Roma è ancora aperto.

Però, poi si riprende: «Dovremo analizzare la situazione a trecentosessanta gradi: i risultati di Udinese e Lazio ci hanno distratti, il calcio è fatto di episodi». Meglio, meglio così. Perché i primi conti li hanno già fatti in molti ieri sera all’Olimpico. Chi contava gli anni che sono trascorsi dall’ultima vittoria della Roma sulla Juventus all’Olimpico (7), chi metteva insieme Del Neri e Storari, gli ammazza-scudetto di un anno fa in maglia sampdoriana, chi ripensava alla bella settimana di Thomas DiBenedetto (coppa Italia Primavera sfumata e Juve), chi si accontentava di leggere il risultato: 0-2, Roma a casa a rifare i conti più facili, per una Champions che resta ai confini della realtà, nonostante le sconfitte di Udinese e Lazio. Come resta un miraggio per la Juve, nonostante l’eccitatissima Ilariona D’Amico abbia trascorso la diretta Sky a contare quanti punti ci sono (8) tra bianconeri torinesi e bianconeri friulani. Ma per la Juve non è serata da mordersi unghie già rosicchiate fino all’osso. Tuttavia su una cosa Montella ha ragione: il primo tempo non ha avuto storia. La partita l’ha giocata solo la Roma, la Juve ha aspettato, con pazienza e, soprattutto con Storari. Partito senza Buffon (influenza con tinte di giallo), Del Piero e Chiellini, Del Neri si è limitato a rendere difficile la vita alla Roma. Nel primo tempo, infatti, Vucinic e Totti (8’ e 11’) hanno graziato Storari. Poi Totti (29’) ha trovato prima Storari a fermare un tiro di volo da album dei ricordi, poi Bonucci a spedire fuori dalla porta la respinta d’istinto del portiere.

Da ricordare anche De Rossi (che aveva già liberato Totti davanti a Storari) a chiedere un mezzo miracolo al portiere bianconero. La Juve? Melo davanti alla difesa, Aquilani a spasso con i ricordi e Krasic più centrale a dare una mano a Matri. Probabilmente i guai della Roma sono cominciati con l’infortunio di Mexes che ha di fatto rivoluzionato la difesa: Cassetti ha sostituito il francese e Burdisso è rientrato accanto a Juan. Non a caso proprio mentre la Roma cercava di assestarsi in difesa Pepe ha pescato Krasic (59’) solo in area: botta sicura, fortissima, per il non fortissimo Doni, 0-1. La Roma, che aveva speso parecchio, ha provato a cercare qualche spiccio in tasca, ma alla seconda distrazione difensiva andava in ginocchio: Juan saliva in ritardo tenendo in gioco Matri, galoppata e palla fra le gambine disconnesse di Doni in uscita, triste come il 2-0. Tutto qui? No. C’era anche un incrocio dei pali colpito da Menez. Ma fa bene Montella a tirare una riga tra sfortuna e peccati e consegnare la croce a Vucinic e Menez. Perché l’unica vera sfortuna è che questa Roma è una mezza squadra. L’altra mezza la dovrà portare DiBenedetto.