rassegna stampa roma

Roma stile Barça ecco come si fa

(Corriere dello Sport – P.Torri) – Giochiamo a calcio.Luis Enrique si è presentato così a Tri­goria, ormai quasi due mesi fa. Tre parole che costituiscono una rivoluzione. Un po’ perché nelle ultime due stagioni la Roma il...

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri) - Giochiamo a calcio.Luis Enrique si è presentato così a Tri­goria, ormai quasi due mesi fa. Tre parole che costituiscono una rivoluzione. Un po’ perché nelle ultime due stagioni la Roma il cal­cio più che giocarlo lo ha forse pensato.

Un po’ perché il tecnico è figlio di una scuola come quella del Barcellona che parte dal pre­supposto che se sigioca bene, pro­babilmente sarà più facile vincere.Perché, poi, è questo l’obiettivo finale, vincere. Perfet­to, ma come giocherà la Roma di “Lucho”?

DIFESA- Non credia­mo che a Trigoria si offenda qualcuno, se partiamo da un modello che si chia­ma Barcellona. In­tendiamoci, da qui a farlo, ce ne passa, ma se mai si comin­cia, mai si gioca a calcio. Le prime re­gole sono attaccare, avere il pallone tra i piedi, occupare la metà campo avver­saria. Senza dimen­ticare che oltre a farli i gol, bisogna anche provare a non prenderli. Quattro giocatori in linea davanti a Stekelenburg. Anzi no, perché Luis Enrique vuo­le che i due esterni bassi assomi­glino più ad ali che a difensori, ob­bligati, sempre, a sostenere la ma­novra offensiva, spesso posiziona­ti in campo più alti dei due inter­medi di centrocampo, con l’obiet­tivo di andare a formare in campo un rettangolo al cui interno devo­no stare i tre centrocampisti e il centravanti. Inevitabilmente i due centrali difensivi, a eccezione dei calci piazzati, molto difficilmente li vedremo nella metà campo av­versaria,supportati nell’azione di­fensiva dal centrale di centrocam­po. La manovra, comunque, parti­rà dalla difesa, sempre, anche a costo di rischiare e con regolemolto precise.

CENTROCAMPO- Palla a terra, fra­seggio stretto, uno, massimo due tocchi, in attesa che i movimenti dei compagni, lascino spazio alla verticalizzazione per andare in porta. L’obiettivo, sempre, sarà quello di creare una superiorità numerica dove l’uomo in più qua­si sempre dovrà essere l’esterno basso. I due intermedi dovranno capire quando an­dare in verticale verso la porta av­versaria, partendo dal presupposto che il pallone arriverà. E’ un tipo di gioco che, perdendo pal­la, può portare a esporsi a rischi molto seri, ma la contromisura è che intorno al pallone dovranno esserci sempre tre, quattro, cinque giallorossi, opzione che non do­vrà consentire agli avversari riparten­za in velocità e negli spazi.

ATTACCO- Il centravanti dovrà es­sere il quarto uomo all’interno del rettangolo costituito dai quattro esterni. Quindi dovrà arretrare per creare quegli spazi necessari a intermedi di centrocampo e, so­prattutto, esterni offensivi, per in­serirsi e puntare la porta avversa­ria. Il tutto in una Roma che dovrà essere corta, stretta, tecnica, of­fensiva, giocando con l’idea di se­gnare un gol più degli avversari piuttosto che prenderne uno in meno.