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Roma sotto choc l’Europa se ne va

(Il Messaggero – U.Trani) Stavolta ne sono serviti 13, ma il film sembra identico. DiBenedetto, futuro presidente, vedendo la partita, ora forse punterebbe sullo Shakhtar. C’è poco da scherzare, però, dopo un’altra prova sciatta e impotente.

Redazione

(Il Messaggero – U.Trani) Stavolta ne sono serviti 13, ma il film sembra identico. DiBenedetto, futuro presidente, vedendo la partita, ora forse punterebbe sullo Shakhtar. C’è poco da scherzare, però, dopo un’altra prova sciatta e impotente.

L’ennesimo sistema di gioco, novità della serata, non migliora la Roma. Ranieri non sa più che fare. E’ in crisi come la sua squadra. Ci prova con il 4-3-3 che poi è tanto simile al 4-2-3-1 dell’éra d’oro di Spalletti. Il problema è nel trequartista.

Dopo pochi minuti diventa il ruolo di Totti, qualche metro dietro Vucinic, il più ispirato della prima parte. A destra c’è Menez e a sinistra Taddei. L’intenzione è di specchiarsi nello Shakhtar di Lucescu che, però, in campo fa vedere di avere un’organizzazione. I giallorossi, lo sanno tutti in Italia e ormai anche in Europa, no. Spezzata, come spesso accade nell’ultimo periodo, in due tronconi, la Roma si accende davanti ma si spegne dietro, dove la fragilità dipende dai rientri mancati dei giocatori offensivi. Menez e Taddei si sforzano ad allinearsi ai mediani Perrotta e De Rossi, lo Shakhtar sta così bene, riposato dallo stop invernale del campionato ucraino (ultima partita ufficiale, in Champions, l’8 dicembre), da rovesciare senza spendere troppe energie l’azione. Ripartendo, in particolare sui lati con Douglas Costa e Willian, Lucescu annienta Ranieri proprio con il modulo tanto caro ai giallorossi. Sembra l’ennesima umiliazione per il tecnico di San Saba. L’illusione romanista, dopo il gol che Burdisso si pappa di testa su croner di Totti, sta nel gol del vantaggio di Perrotta, al ventottesimo su cross di Taddei e sponda decisiva di Rat che infila dentro la sua porta. In pochi secondi è già pari: tiro da fuori di Jadson, deviato anche questo. Il tocco di De Rossi inganna Doni.

La Roma si inceppa e lascia spazi e corridoi allo Shakhtar che conquista campo e inizia a divertirsi. Douglas Costa parte a destra, si accentra e va concludere di sinistro: esecuzione perfetta, a giro, sul palo lontano, per il vantaggio 2 a 1 al trentaseiesimo. Vucinic risponde subito, anche lui da destra spostandosi la palla sul sinistro: sul fondo. Riise, spento e distratto, scivola sulla fascia e Douglas Costa gli ruba il pallone. Semplice l’assist, con la difesa giallorossa sbilanciata, al centro per Luiz Adriano che al quarantaduesimo segna il 3 a 1. Il pubblico non ne può più: fischi e cori accompagnano tecnico e giocatori negli spogliatoi.

La ripresa comincia con Castellini per Riise. Borriello smania a bordo campo e si legge bene il suo labiale: «Devo stare in panchina e ho fatto venticinquemila gol». Ranieri, però, tarda a farlo entrare. Menez, nonostante Jadson lo trattenga per la maglia, piazza all’improvviso un piattone, di destro da fuori area: gran gol al diciassettesimo. La Roma tira fuori orgoglio e rabbia. A metà tempo, finalmente Borriello: esce, però, Vucinic. Doni salva due volte di piede su Luiz Adriano. Totti per Castellini in area: Pyatov alza in angolo. Il capitano ha la palla buona per il pari ma, sbilanciato, la piazza tra le braccia del portiere. Borriello di testa indirizza a lato prima della consetstazione della Sud che chiama la Roma sotto la curva per bocciare la prestazione e forse la stagione. Sono 13 i punti dal Milan capolista in campionato, lontana anche la zona Champions. Ma il vero rischio è doversi già accontentare della solita Coppa Italia.