rassegna stampa roma

Roma shock: Menez aggredito sassi sull’auto «Città di pazzi»

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Mercoledì mattina Jeremy Menez non voleva uscire dalla stanza d’albergo in cui vive all’Eur. Non ne voleva sapere di allenarsi. Era furibondo.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Mercoledì mattina Jeremy Menez non voleva uscire dalla stanza d’albergo in cui vive all’Eur. Non ne voleva sapere di allenarsi. Era furibondo.

«Non ne posso più, è una città di pazzi, voglio andar via da Roma» . Lo è andato a prendere Gian Paolo Montali, lo ha convinto che lavorare gli avrebbe fatto solo bene. A Trigoria, dove è giunto in ritardo, non si aspettava di ricevere i rimproveri di Vincenzo Montella, che pure lo aveva apostrofato già durante il match con l’Inter. Per questo ha reagito e la discussione a quel punto è diventata un litigio feroce, con urla, parolacce, anche un paio di strattoni. L’allenatore sapeva quel che era accaduto qualche ora prima ma ha voluto ugualmente usare il pugno di ferro? Probabile.

Il fatto Menez era reduce da un’aggressione. Il fatto è avvenuto martedì sera, dopo la sconfitta con l’Inter. Menez è andato via dallo stadio Olimpico con il fratello Kevin a bordo della sua Smart. Fuori dal garage, lo aspettava un giovane su uno scooter. Quando ha visto che la macchina era uscita, l’ha superata di qualche metro, praticamente facendole da apripista, segno che l’aggressore conosceva benissimo il percorso che avrebbe fatto il calciatore francese. L’ha aspettato su via Leone IV, la strada che costeggia i Musei Vaticani, dove ha lanciato contro l’auto il primo sasso. Menez ha tirato dritto, proseguendo fino all’Aurelia, dove il giovane sullo scooter lo attendeva per il secondo agguato, il più pericoloso: davanti all’ingresso dell’Aurelia Hospital la Smart è stata colpita da un macigno di 40 centimetri, forse un pezzo di marciapiede, che ha mandato in frantumi il parabrezza. A quel punto, Menez e il fratello si sono fermati e sono scesi dall’auto, ma lo scooter si era già dileguato. La polizia spera di identificarlo utilizzando alcune telecamere dislocate lungo il percorso. Menez non ha chiuso occhio e il mattino successivo è stato ascoltato una prima volta dalla polizia. «È una città di m...., come si fa a vivere qui?» , ha detto sotto choc. Sulle prime non voleva sporgere denuncia contro ignoti, lo ha fatto ieri, dopo l’allenamento.

 Di nuovo caos Probabilmente questo episodio di violenza, non il primo di cui restano vittime i calciatori a Roma, convincerà Menez a lasciare la capitale. Involuto, incompreso (tale si sente), contestato, ora pure aggredito. Non è un periodo fortunato per il francese, e non lo è più nemmeno per Vincenzo Montella. Svanito l’entusiasmo iniziale, la squadra è tornata stanca, svogliata e disordinata, come quella lasciata da Ranieri. E pure nella gestione dello spogliatoio, Montella rischia di fare la fine del suo predecessore: è stimato e sostenuto dai senatori, ma fa fatica a confrontarsi con gli altri. Il solo Montali lo aiuta, anche a sminare il troppo comodo alibi societario. La nuova proprietà, comunque, sta correndo ai ripari, più spaventata dalle tensioni interne che dal rischio di restare fuori pure dall’Europa League. A Franco Baldini è stato chiesto di sciogliere le riserve e velocizzare il suo sbarco. Nei prossimi giorni il general manager dell’Inghilterra, che ha assicurato il suo arrivo, potrebbe incontrare gli americani e fare il punto con Walter Sabatini. Innanzitutto sulla scelta dell’allenatore: Montella perde quota.