(Il Messaggero - U.Trani) - L’Olimpico fischia di nuovo la Roma. Quattro sconfitte in nove gare di campionato sono tante. In assoluto sono cinque in undici match ufficiali, contando quella di Bratislava costata l’eliminazione in Europa League.
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Roma senza difesa
(Il Messaggero – U.Trani) – L’Olimpico fischia di nuovo la Roma. Quattro sconfitte in nove gare di campionato sono tante. In assoluto sono cinque in undici match ufficiali, contando quella di Bratislava costata l’eliminazione in...
Il Milan di Allegri vince 3 a 2, senza infierire e avrebbe potuto, e fa capire a Luis Enrique quanto sia lungo il percorso per rendere competitivo il gruppo giallorosso. A decidere l’incontro è Ibrahimovic che segna la sua prima doppietta in serie A con la maglia rossonera: lo svedese è il simbolo di questo successo, il quarto di fila per i campioni d’Italia (il quinto considerando anche la Champions). Nei singoli c’è grande differenza tra le due squadre, prima che nel gioco. Soprattutto in difesa il tecnico di Gijon è tradito dai suoi interpreti, vecchi e nuovi, senatori e giovani. È la prima volta che Luis Enrique subisce tre gol e in quel reparto c’è da rivedere tutto o quasi. La Roma, come mercoledì scorso a Genova, raccoglie però meno di quanto merita (tira in porta il doppio del Milan). Pesano gli errori di Juan, Cassetti e Josè Angel, il pomeriggio opaco di De Rossi e la precipitazione e la frenesia di chi va al tiro. +
Nel primo tempo i giallorossi sono scolastici e lenti, permettendo al Milan di recitare il suo copione e di non perdonare quando i difensori di Luis Enrique si scansano. Evapora presto il pari di Burdisso, perché il nuovo vantaggio viene dopo due minuti, senza spreco di energie per i rossoneri che colpiscono sfruttando una palla inattiva, un corner per rendere meglio l’idea. Nella ripresa la Roma alza il ritmo e a tratti mette sotto i campioni d’Italia. Ma fallito il pari più volte, anche perché Abbiati nella circostanza torna a essere fondamentale come nel torneo scorso, Ibra chiude la pratica e i suoi compagni graziano gli avversari che rischiano l’umiliazione della goleada. La rete di Bojan arriva tardi e il pubblico ormai è deluso: anche il Catania dell’ex Montella, battendo il Napoli, sorpassa e stacca i giallorossi. Come promesso, prima dell’inizio della sfida dell’Olimpico, Luis Enrique va davanti alla panchina rossonera per stringere la mano a Tassotti che a Boston, 11 anni fa ai mondiali Usa, gli diede una gomitata in faccia. L’ex terzino del Milan e della Nazionale, vice di Allegri, si scusa.
Il prologo previsto, insomma, senza variazioni sul programma. Un po’ come l’avvio della Roma che, senza star troppo a pensare a chi ha di fronte, parte all’attacco, anche se qualche accorgimento si vede subito, con i due terzini meno ali del solito, addirittura è Cassetti, di nuovo titolare, a spingere più di Josè Angel, un po’ timido. Luis Enrique non si fa condizionare dalle critiche e vara l’undicesima formazione differente in undici gare ufficiali. Oltre a Cassetti, rispetto a Marassi, tornano da titolari anche Juan, Osvaldo e il recuperato Pjanic. Quattro novità per la terza partita in sei giorni. Fino al primo vantaggio del Milan, c’è abbastanza equilibrio, anzi è la Roma ad andare vicino al gol, con un bel movimento a destra di Borini che si gira e conclude, trovando però la chiusura di Thiago Silva in angolo. I rossoneri, però, non sprecano la prima chance. Il cross da destra di Aquilani, agevolato da Josè Angel che non lo aggredisce, è perfetto per Ibrahimovic che sovrasta Juan e al diciassettesimo infila di testa per la prima volta Stekelenburg. La Roma è disordinata e statica. Per pareggiare approfitta di un calcio d’angolo, battuto da Pjanic. Burdisso ha la meglio su Zambrotta e di testa, anche lui, supera Abbiati al ventottesimo. Due minuti e nuova gaffe giallorossa. Corner di Robinho, Cassetti si perde Nesta che libero, in area, non perdona, terza rete di testa del pomeriggio (saranno quattro). Si fa male Borini, problema muscolare alla coscia destra, spazio a Bojan.
La Roma del secondo tempo si avvicina all’idea di calcio dell’allenatore asturiano, anche se Ibrahimovic può subito calare il tris, ma Burdisso respinge il tiro dello svedese con il corpo. L’arbitro Damato considera involontaria una manata di De Rossi a Robinho. C’è più agonismo e più velocità, I giallorossi crescono, anche se la fase difensiva resta imbarazzante. Osvaldo lancia Bojan in area: sul tocco ravvicinato dello spagnolo, Abbiati è super. Ancora il portiere rossonero che vola sulla punizione di Pjanic e sul corner seguente alza sopra la traversa la deviazione di testa di Burdisso. Entra Lamela per Gago. A seguire tocca a Emanuelson per Boateng che si fa cacciare dalla panchina per un insulto all’assistente Maggiani. Abbiati fa la parata più bella al minuto ventisei alzando il tap in da un metro di Osvaldo. È lì che il Milan si aggiudica il match. Allegri inserisce Cassano per Robinho, Cassetti va in tilt, Aquilani disegna un altro arcobaleno per Ibra che, ancora di testa, firma il 3 a 1 al trentatreesimo. Nocerino sbaglia un gol fatto, sempre grazie a un’invenzione di Cassano. Abbiati non trattiene il sinistro di Lamela, bravo a infilarsi in area per concludere, Bojan timbra a porta vuota a due minuti dal recupero. Subito dopo Allegri si fa cacciare. La Roma va ringraziare i tifosi della Sud che però sono avviliti: i fischi sono per la sconfitta. E la classifica.
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