rassegna stampa roma

Roma scopre i tesori Usa e i piani di Ranieri

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Misteriosi? Ambigui? Sconosciuti? Senza una lira? Ma chi diavolo è questo Thomas DiBenedetto? E i suoi soci? Quanti sono, cosa fanno? Perché la cordata può allargarsi? Non hanno soldi a sufficienza?

Redazione

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Misteriosi? Ambigui? Sconosciuti? Senza una lira? Ma chi diavolo è questo Thomas DiBenedetto? E i suoi soci? Quanti sono, cosa fanno? Perché la cordata può allargarsi? Non hanno soldi a sufficienza?

Chi avanza dubbi sull’esistenza e sulla consistenza degli americani che vogliono la Roma, in realtà tante risposte le ha a portata di mouse.

Garanzie Innanzitutto, va ricordato che UniCredit si è fidata, ha firmato un’intesa, ha già verificato l’evidenza bancaria dei soldi stanziati per l’operazione. E l’evidenza, appunto, l’ha fornita una banca d’affari internazionale, Piper Jaffray. Ma ammettiamo che due banche stiano prendendo una sonora cantonata e consideriamo pure che UniCredit si sia gettata tra le braccia degli americani per mancanza di alternative. Le altre quattro offerte, infatti, si sono rivelate tutte in qualche modo «irricevibili» .

Capo cordata Dunque, scaviamo. Chi è e cosa fa Thomas Di-Benedetto? 61 anni, socio dei Red Sox, imprenditore da 40 anni. Laureato con lode in Economia, un Mba in finanza, fonda la prima società immobiliare nel 1983, nel 1992 diventa presidente del Boston International Group, società finanziaria che investe in miniere di carbone, oro e argento. È il principale azionista della ITI International LLC, che fornisce supporto tecnico di materiali per condotte di gas e petrolio. È direttore della Alexander’s Inc. — società immobiliare che l’anno scorso ha fatturato 236 milioni di dollari — e chairman della Jefferson Waterman International, società di relazioni internazionali che ha rapporti con i governi di mezzo mondo.

Gli altri Tutto questo considerato che i soldi ce li mettono soprattutto i suoi compagni di cordata. Michael Ruane ha un fondo di private equity che gestisce 8 miliardi di dollari e un patrimonio personale di 900 milioni. Richard D’Amore ha una società di venture capital e compare in 56 consigli d’amministrazione. Julian Movsesian assicura sulla vita milioni di persone in tutti gli Usa. Arthur Falcone è un Caltagirone alla decima, per rendere l’idea.

Problema Conquistata da tanta liquidità— e da quella che potrebbe presto piovere sull’operazione con altri investitori interessati, almeno un paio —, UniCredit ha deciso di andare fino in fondo con questi signori. Entro un paio di giorni riceverà gli approfondimenti tecnici richiesti, da venerdì avvierà la trattativa esclusiva di cessione. Piuttosto, qualche divergenza potrebbe nascere sul destino di Claudio Ranieri. L’allenatore ha chiesto un rinnovo biennale, UniCredit vorrebbe accontentarlo, gli americani non vogliono trovarsi sulla scrivania un costo aggiuntivo tanto oneroso. Se il problema è l’autorevolezza di Ranieri nello spogliatoio e, di conseguenza, i risultati della squadra — dicono —, un anno non basta?