rassegna stampa roma

Roma, quante emozioni

(Corriere dello Sport – L.Ferrajolo) Non è un tipo che passerà inosservato. Ha un gran bel sinistro e si vede che il suo feeling col pallone è quello giusto.

Redazione

(Corriere dello Sport - L.Ferrajolo) Non è un tipo che passerà inosservato. Ha un gran bel sinistro e si vede che il suo feeling col pallone è quello giusto.

Si è fatto aspettare, l’avevamo quasi dimenticato in questo turbinio di novità della nuova Roma, ma finalmente è arrivato. Erik Lamela, 19 anni, un fisico ancora un po' tenero, ci ha messo appena 7’ per farsi conoscere: è partito sulla destra, si è accentrato e col sinistro ha indovinato un diagonale a girare che si è placato nell'angolo opposto.

AVVIO TRAVOLGENTE - La Roma è stata travolgente nei primi dieci minuti e se giocasse sempre così sarebbe uno squadrone. Ha stordito il Palermo, lo ha inchiodato davanti a Tzorvas e gli ha piazzato quella stilettata del ragazzino. Si è capito, in quei brevi ma intensi minuti, cosa pretende Luis Enrique, ma anche quanto la squadra sia lontana dall’accontentarlo. Il possesso palla è stato veloce, rapido, asfissiante, ma soprattutto accoppiato ad un recupero della palla straordinario, cosa che ha consentito di non far respirare il Palermo. Solo che le partite durano un po' di più e culminata quella sfuriata nella prodezza di Lamela, la Roma ha abbassato ritmo e concentrazione, consentendo al Palermo non solo di prendere coraggio, ma anche di insidiare seriamente Stekelenburg. La Roma si è rivista nella ripresa, quando avrebbe meritato il raddoppio in diverse occasioni, buttate via con superficialità. Stavolta Osvaldo non ha segnato, vi è andato vicinissimo due volte, mentre Borriello, schierato a sorpresa, si è battuto con ardore, ma senza entrare mai nei meccanismi: è un ariete da area di rigore e questa Roma non prevede un attaccante così, i cross alti sono rari, c'è invece una ricerca del palleggio e dello scambio veloce col compagno. In queste condizioni, senza Totti e Pjanic,Lamela trequartista è diventato decisivo, non solo per il gol, ma anche per la sua capacità di palleggio e di ripartire con progressioni taglienti. La Roma, come sempre, ha rischiato qualcosa in difesa, dove però Stekelenburg è una garanzia, e ha giocato a sprazzi: in alcune fasi bella e convincente, in altre statica e ripetitiva.

MANGIA CORAGGIOSO - Con quell’avvio fulminante si è comunque assicurata la vittoria. Al 7’, dopo l'ennesimo assalto, De Rossi ha rubato palla sulla trequarti a Migliaccio ed ha trovato subito Lamela sulla destra: la difesa palermitana è rimasta spiazzata, Lamela l’ha gelata con quel sinistro ad effetto. Il Palermo, invece, ha sfiorato il pari nel finale del tempo, prima con Zahavi, su cui è uscito a valanga Stekelenburg e finalmente con Hernandez, che dal limite ha costretto il romanista a una deviazione in angolo. La Roma si è ripresa la partita nella ripresa, Osvaldo ha sbagliato il raddoppio su una comoda incornata uscita di poco, imitato subito dopo da Lamela, che ha messo fuori di mezzo metro un diagonale molto facile. Mangia ha tentato di tutto, ha inserito Cetto in difesa, avanzando Migliaccio a centrocampo. Poi dentro Ilicic e nel finale anche Miccoli, con tre punte a caccia del pari. Proprio Ilicic, al 32’, in contropiede si è trovato solo davanti a Stekelenburg, l’ha pure saltato, ma il suo tiro è stato spazzato via da De Rossi a porta spalancata. Anche la Roma, nel finale, ha buttato via occasioni, prima con Bojan, appena entrato, poi con Pizarro, infine con Osvaldo, che ha anticipato Tzorvas, ma si è visto respingere sulla linea da Balzaretti il suo pallonetto. La settimana da 9 punti, auspicata da Luis Enrique, dunque incomincia bene, ma la squadra deve metterci più continuità, evitando cali di tensione e di gioco. Il Palermo sta bene in campo, ha una buona organizzazione, ha giovani di qualità, ma come era già successo qui con la Lazio, graffia poco, davanti si perde. E se non ha ancora segnato mezzo gol in trasferta, un motivo ci sarà pure.