(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Si avverte la consapevolezza del momento storico, della svolta epocale. Diciotto anni sono tanti per essere liquidati come un normale passaggio di consegne, la famiglia Sensi ha lasciato parecchi segni, nel bene e nel male.
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Roma pronta ad accogliere DiBenedetto
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Si avverte la consapevolezza del momento storico, della svolta epocale. Diciotto anni sono tanti per essere liquidati come un normale passaggio di consegne, la famiglia Sensi ha lasciato parecchi segni,...
In queste ultime ore, si respira pure il desiderio di cambiare le cose, di tuffarsi in una nuova avventura, con tutto l’entusiasmo possibile, lasciandosi andare. I romanisti non chiedono altro. La città, già passionale di suo, è stata ulteriormente «drogata» dalle fantasticherie di questi giorni: l’annuncio di grandissimi acquisti, il totoallenatore, la composizione dei futuri organigrammi, erano inevitabili. Mezza Roma attende Thomas DiBenedetto come l’uomo dei sogni, un liberatore. Lui sa cosa lo aspetta, ha già «assaggiato» la città, conosce le sue aspettative, ha respirato il clima dell’Olimpico, riconosciuto la «diversità» romanista. Ha capito che non si tratterà di un affare normale, che il proverbiale pragmatismo americano andrà coniugato con la cultura italiana. Non sarà soltanto un business. Roma, il calcio italiano sono molto di più: passione, amore, follia. È, sarà una questione sentimentale. E con i sentimenti non si gioca. Di-Benedetto lo sa. Rivoluzione Anche per questo c’è voluto un supplemento di lavoro, perciò si continua a discutere, limare, trattare con Uni-Credit, anche in queste ore. La convivenza (la banca inizialmente manterrà il 40%del pacchetto azionario) sarà un gioco continuo di equilibrismi, ma si prospetta un binomio interessante: DiBenedetto e i suoi soci porteranno soldi, competenze, manager, progetti innovativi soprattutto sullo sfruttamento del marchio e lo sviluppo del merchandising. UniCredit (che successivamente avrà la facoltà di cedere parte delle sue quote ad imprenditori romani) sarà l’anello di congiunzione tra gli stranieri e la realtà locale, il legame col territorio. I tifosi, com’è ovvio, si augurano innanzitutto che la squadra venga potenziata, sia allestita per vincere subito.
Oltretutto i romanisti sono provati da anni di autofinanziamento, di sacrifici, ali tarpate. Ma sanno pure quali e quanti strascichi lasci l’era Sensi, la coda fin troppo disinvolta che ha mostrato nella gestione dei conti, pur nell’imminenza del fair play finanziario dell’Uefa. Debiti che andranno immediatamente coperti da una ingente ricapitalizzazione. E in questi mesi di anticipazioni sulle intenzioni degli americani, forse pure i tifosi hanno capito che la portata rivoluzionaria dell’operazione DiBenedetto sta proprio nella lunghezza del progetto, nei passaggi di crescita già fissati nel business plan, nella progressiva internazionalizzazione che attende il club. Ci siamo Domani comincia la settimana che cambierà la storia della Roma. Thomas DiBenedetto incontrerà UniCredit, discuterà gli ultimi dettagli dell’operazione, chiuderà l’affare che ha studiato e curato per mesi. Il passaggio di consegne (al netto dei passaggi tecnici con Antitrust e Opa) si celebrerà entro mercoledì, questa è la previsione. Poi, sarà il momento forse di svelare qualche dettaglio in più sul progetto e gli uomini che lo metteranno in atto. Progetto da cui Philippe Mexes, fresco del primo gol segnato con la Nazionale francese, sembra già essersi chiamato fuori. «Arriverò alla fine del contratto e sarò libero di andare dove voglio— ha detto ieri —. Deciderò con calma la mia destinazione, preferirei in Italia» . Magari DiBenedetto proverà a dirgli che non sa cosa si perde.
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