(Il Messaggero - L. Danza) - Al Ferenc Puskás di Budapest, la Roma fa una figura più che discreta. Contro il Vasas, squadra ungherese, che non è di altissimo livello e non naviga in acque limpidissime in campionato: delle prime quattro, ne ha perse tre.
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Roma, primi lampi
(Il Messaggero – L. Danza) – Al Ferenc Puskás di Budapest, la Roma fa una figura più che discreta. Contro il Vasas, squadra ungherese, che non è di altissimo livello e non naviga in acque limpidissime in campionato: delle prime...
I giallorossi - a detta di Sabatini e Luis Enrique - sono ancora incompleti e a metà del percorso di preparazione, ma sicuramente di livello superiore agli ungheresi. Una Roma migliore, in crescita, rispetto a una settimana fa. Vince uno a zero (gol di Viviani) e qualcosa in più fa vedere dal punto di vista del gioco che propone il tecnico asturiano. Che con il Vasas propone i nuovi. C’è Heinze al centro della difesa (al fianco di Cassetti), c’è Bojan in attacco a sinistra (insieme con Borriello a destra e Totti in mezzo), in più c’è José Angel, che ormai è una “vecchia” conoscenza rispetto agli altri neo arrivati. Si rivede De Rossi, che ha saltato per infortunio il triangolare di Innsbruck, Pizarro parte dalla panchina. I nuovi, dicevamo. Bene. Brillante Bojan, attivissimo dai primi minuti (una dribbling stretto in area e assist mancato sul calciatore a rimorchio e tiro dal vertice dell’area che si stampa sulla traversa); bene Heinze, che è indietro di condizione ma mostra subito una certa personalità e una predisposizione al comando; in crescita José Angel.
La Roma è attiva: due pali li prende Bojan, Perrotta e Greco sfiorano il gol, la squadra crea e corre. Un’altra prestazione rispetto allo 0-3 con il Psg). Ma era prevedibile. Funziona il palleggio, meglio il pressing (che via via si spegne con il passare dei minuti), va la spinta degli esterni bassi. Quelli alti, Borriello e Bojan si accentrano e si cambiano la posizione con Totti, che spesso e volentieri arretra e rilancia, fungendo da uomo assist. Quindi, non essendoci ali, Luis punta in attacco su tre centravanti. De Rossi fa il regista e il difensore centrale, Perrotta si adatta al fraseggio e pensa al recupero del pallone e alla rincorsa degli avversari, Greco ci mette più piede che non agonismo e rilancia gli incursori, che siano attaccanti, centrocampisti o terzini, che salgono in continuazione. In porta si alternano Lobont e Curci (più sicuro il rumeno in questo momento), in attesa di Stekelenburg. Nella ripresa cambiano gli interpreti, non il modo di giocare. Davanti ancora spazio al trio del primo tempo, in mezzo c’è Pizarro per Greco, Viviani per De Rossi, in difesa subentra Rosi per Cicinho, Brighi va a fare il centrale al posto di Heinze (poi toccherà a Taddei, Okaka - molto attivo - Simplicio, Crescenzi, Caprari e Verre). Continua a vedersi qualcosa di buono là davanti (pregevole la verticalizzazione di Totti per Bojan, con tiro parato allo spagnolo dal portiere Ilizi), con la Roma che tiene sempre in mano il ritmo del gioco (con Pizarro che sale in cattedra), non ancora ad alta velocità, ma è una questione di tempo.
Quel tempo che hanno chiesto prima Luis Enrique e poi Sabatini. Il gol della vittoria arriva dal pupillo di Luis Enrique, Federico Viviani (segnano solo i giovani, a Insbruck toccò a Caprari), con un tiro dalla distanza dopo ventiquattro minuti della ripresa. Caprari sfiora il raddoppio con un’altra botta dalla distanza, Crescenzi è grezzo ma efficace. E poi Pizarro, che sarà pure poco stimolato in questo periodo, ma sbaglia davvero poco ed è sempre nel vivo del gioco. Crescono i giovani, conferme dai vecchi. Molto meglio tutto. Ma non può bastare, ovvio. A Luis Enrique basta, per adesso. «La Roma mi è piaciuta, continuiamo a lavorare, sono contento», dice il tecnico asturiano a fine partita. «Dal punto di vista fisico la squadra sta bene, il lavoro si comincia a vedere. Viviani? Parlerò anche di altri giocatori». Ed ecco Viviani, infine. «Le parole del mister mi hanno fatto un immenso piacere, non me l’aspettavo, lo ringrazio molto e cercherò di continuare a migliorare. Il mio riferimento è De Rossi».
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