(Corriere dello Sport) - Sarà il sorprendente Varese, decimato dalle squalifiche e con la fatica dei 120? disputati contro la Fiorentina, l’avversario che la Roma di Alberto De Rossi si ritroverà di fronte domenica sera nella finale scudetto del campionato Primavera.
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Roma, per lo scudetto l’ultimo ostacolo si chiama Varese
(Corriere dello Sport) – Sarà il sorprendente Varese, decimato dalle squalifiche e con la fatica dei 120? disputati contro la Fiorentina, l’avversario che la Roma di Alberto De Rossi si ritroverà di fronte domenica sera nella finale...
La squadra lombarda, superando ai calci di rigore la Fiorentina di Renato Buso nella semifinale giocata ieri sera a Pistoia, ha confermato di essere la grande rivelazione di questo campionato Primavera, ma soprattutto una delle squadre più dotate della categoria. Un gruppo, quello allenato da Mangia, che nella stagione regolare ha messo in fila Inter e Milan e in queste finali si è tolto lo sfizio di rifilare cinque gol alla Juventus e di superare la Fiorentina dominatrice della Coppa Italia e finalista al Viareggio. Adesso toccherà alla Roma cercare di rovinare il lieto fine della favola Varese riportando a Trigoria un successo che manca da sei anni e che sarebbe il settimo conquistato dalla Roma nella storia del campionato Primavera.
FONDAMENTA - Anche la Roma non è arrivata per caso a un passo dal traguardo. Per tanti dei ragazzi di De Rossi questa sarà la seconda finale scudetto della loro pur breve carriera. I ‘ 92 tre anni fa si laurearono Campioni d’Italia nella categoria Giovanissimi. Risale a poco meno di un anno fa invece il successo dei ’93 nella categoria Allievi. Un mix tra vincenti che De Rossi ha saputo amalgamare alla perfezione. A parte i primi mesi in cui non sono mancati esperimenti necessari anche per la valutazione dei ragazzi a disposizione, il tecnico giallorosso ha puntato deciso su alcuni uomini da inserire in quel 4-2-3-1 che rappresenta ormai un marchio di fabbrica per De Rossi. L’undici sceso in campo contro il Genoa, per esempio, è quello che il tecnico giallorosso sceglie senza indecisioni quando ha tutti gli uomini a disposizione. Pigliacelli, Viviani, Ciciretti, Dieme, Florenzi, Frascatore e Caprari, hanno giocato tutti più di venti tra le ventotto gare che hanno visto impegnata la Roma tra stagione regolare e final- eight. Sono loro, insieme ai vari Antei, Sabelli, Montini e Mladen, che rappresentano la costante di una squadra che ha conosciuto turn-over solo nelle settimane calde della Coppa Italia e in un finale di campionato vissuto con la matematica già dalla propria parte.
PROTAGONISTA – Un manipolo di protagonisti attesi, anche se in queste finali i riflettori si sono meritatamente accesi anche sul giocatore che con i suoi gol ha spianato alla Roma la strada della finale. Parliamo di Mattia Montini, professione centravanti, due reti equamente distribuite tra Milan e Genoa. Gol belli e importanti che rappresentano un premio per un giocatore che non ha vissuto una prima metà di stagione facile, tra infortuni e ricadute che gli hanno permesso di giocare (e segnare) con continuità solo a partire dal girone di ritorno. Montini ha stretto i denti e De Rossi lo ha aspettato con fiducia. Il risultato è che ora il centravanti lo sta ripagando con quella che è la sua moneta corrente: il gol. Una moneta che Montini spera di spendere anche domenica sera contro il Varese
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