(Corriere dello Sport - R.Maida) L’abbraccio liberatorio con l’amico-motivatore Llorente, l’urlo vamos per sfogarsi dopo una settimana e una partita in apnea. Luis Enrique adesso sì, ha digerito il derby.
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“Roma, non farmi più soffrire”
(Corriere dello Sport – R.Maida) L’abbraccio liberatorio con l’amico-motivatore Llorente, l’urlo vamos per sfogarsi dopo una settimana e una partita in apnea. Luis Enrique adesso sì, ha digerito il derby.
La Roma non è stata travolgente, resta lontanuccia dal suo modello di calcio, ha rischiato la solita bacchettata nei minuti finali, ma stavolta è riuscita a portare a casa il risultato che cercava. In più ha tirato fuori un’idea di fuoriclasse: Lamela, decisivo al primo colpo.
SCOPERTE E RITORNI - E che dire di Stekelenburg: fino a ieri non aveva mai vinto una partita con la Roma. In un pomeriggio ha cancellato le perplessità, non solo per la parata magica su Zahavi: «Aveva bisogno di una partita in cui potesse essere determinante con un intervento. Per il suo morale questa giornata sarà molto importante». E intanto è stato recuperato Juan, tanto per chiudere un caso: «E’ un difensore che conosciamo tutti, di immensa qualità. Il rientro è stato difficile per lui, era distrutto alla fine della partita. Ma sono felice di riaverlo perché se tutti sono disponibili la Roma è più forte». Anche Gago sembra in crescita: «Lo conoscevo benissimo perché giocava in Spagna. Sapevo cosa mi avrebbe potuto dare. (...)"
INVIOLATI - Con molte difficoltà, la Roma è riuscita a non incassaregol: «Abbiamo parlato durante il riposo per evitare cali di tensione nel secondo tempo, infatti abbiamo cominciato nella maniera corretta dopo l’intervallo. Il comportamento della squadra è stato buono anche se ci sono tante cose da migliorare. Il possesso palla ad esempio». Un’ossessione più che un caposaldo della sua cultura calcistica: «I calciatori stanno capendo cosa chiedo ma non sempre riescono ad applicarlo. Normale, anche perché c’è un avversario che ti rende le cose difficili» . (...). Ma con il cantiere aperto hagli stessi punti di Milan e Napoli: «Il campionato è equilibrato, non ci sono partite semplici. Però noi dobbiamo crescere. A volte perdiamo palla in modo stupido, ridicolo, direi infantile. E concediamo occasioni agli avversari. Sono contento per l’atteggiamento della squadra, che è migliore rispetto a quando sono arrivato. Si vede che il gruppo ha entusiasmo e voglia di fare»
LEZIOSI - La voglia in certi momenti della partita si trasforma nella ricerca del piacere estetico più che nella ferocia realizzativa. Il maestro sottoscrive: «Avevamo in campo cinque o sei giocatori capaci di fare gol eppure non siamo riusciti a chiudere la partita. Questa è una regola del gioco, se non metti al sicuro il risultato rischi di comprometterlo. E contro il Palermo stava per succedere. Ci manca ancora il giusto equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva». Per questo ha tolto Borriello, titolare a sorpresa (200 in A), e proposto Perrotta a metà nel secondo tempo: «Non volevo abbassare la squadra, volevo un giocatore che recuperasse il pallone più facilmente per andare a segnare il secondo gol. Ho spostato Lamela in attacco e Pizarro dietro alle punte, mica ho cambiato modulo. E poi Perrotta, se non sbaglio, proprio qui a Roma ha fatto per anni il trequartista...» . Difensivista a chi?
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