(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) Che ragione e sentimento a volte prendano strade diverse, è una peculiarità di noi bipedi dal cuore grande. Ma i comuni mortali digiuni di finanza sono rimasti colpiti dal fatto che— mentre la Roma calcistica è già innamorata del futuro americano, benedetto ieri anche dal vice amministratore delegato di UniCredit, Paolo Fiorentino
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Roma, l’Opa al ribasso fa crollare il titolo: -21%
(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) Che ragione e sentimento a volte prendano strade diverse, è una peculiarità di noi bipedi dal cuore grande. Ma i comuni mortali digiuni di finanza sono rimasti colpiti dal fatto che— mentre la Roma...
— il titolo abbia drasticamente perduto il 21,1%, assestandosi su un valore di 0,92 euro, senza contare che in apertura era stato sospeso per eccesso di ribasso. Domanda: c’è qualcosa sotto?
Livelli Opa Niente affatto. In realtà il titolo si sta allineando al valore stabilito per l’Opa che sarà lanciata per il 33% circa delle azioni sul mercato, 0,6781, a cui si è arrivati dividendo la somma pattuita per il pacchetto di maggioranza pari al 67,3%(cioè circa 60,3 milioni) con il numero di azioni acquistate (cioè 88.918.686). Logico che questo sia dispiaciuto ai possessori del titolo. «Il prezzo per l’Opa — dice Carlo Pileri, presidente dell’Associazione a difesa dei consumatori— è inferiore del 40%rispetto al valore di venerdì (1,16 euro). Lo segnaleremo alla Consob e valutiamo anche l’ipotesi di una class action (causa collettiva, ndr)» . Margini di riuscita? «Quasi pari a zero» , spiega l’esperto Francesco Carlà, responsabile di finanzaworld. it.
Imprenditori spaventati «D’altronde non pensavamo di poter vendere meglio la Roma— spiega Fiorentino a La politica nel pallone su Gr Parlamento—. Il valore degli asset si basa su dati di carattere economico e non sul brand. Da poco sono state venduti Liverpool e Arsenal: per il primo si è usato come moltiplicatore al giro d’affari 1,6, mentre per la Roma 1,4. L’Arsenal invece è stato valutato 3,9, ma ha uno stadio e proprietà immobiliari importanti. Gli imprenditori italiani? Da noi c’è l’idea che il mecenatismo sia il solo modo di gestire piazze molto calde, perciò erano spaventati. In generale, speriamo che a fare l’affare sia stata la Roma e la città. È stata la scelta migliore. Ci sono tutte le garanzie sullo sviluppo del progetto. DiBenedetto sarà presidente per i primi di giugno. Lo stadio? Nel piano non c’è, ma la Roma ha l’opzione per costruirlo. Spero che la legge vada in porto. Qualche timore è stato espresso sul tema violenza, ma anche qui gli americani hanno idee per risolvere la situazione» .
Maggioranza qualificata Fiorentino non nasconde le discussioni. «Nelle trattative bisogna cercare di far saltare il tavolo, è prassi, ma per me è stato illuminante l’incontro con Pallotta. DiBenedetto ha un taglio più manageriale, però dopo la vittoria di Udine l’ho sentito così emozionato che farfugliava. Gli ho consigliato di prendere lezioni di italiano per non passare dallo slang inglese a quello romanesco, ma prevedo bei confronti con Lotito. Comunque amplieremo la base dei soci, perché il club deve avere un cuore romano e lo stadio può avvicinare imprenditori. Angelini? Nome valido, ma non ci sono stati contatti. Io credo che la squadra sarà un mix tra gioventù ed esperienza, per essere subito competitiva. L’organigramma lo deciderà DiBenedetto, ma nel Cda le decisioni importanti saranno prese a maggioranza qualificata» . Senza litigi, please.
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