(Corriere dello Sport – P.Torri) – Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Nei primi dieci giorni di luglio, ci sarà il definitivo passaggio di consegne, la Roma passerà al gruppo americano con al timone Tom DiBenedetto, sessanta per cento a stelle e strisce, il restante quaranta rimarrà nella cassaforte di Unicredit.
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Roma, la lista di Unicredit
(Corriere dello Sport – P.Torri) – Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Nei primi dieci giorni di luglio, ci sarà il definitivo passaggio di consegne, la Roma passerà al gruppo americano con al timone Tom DiBenedetto, sessanta per...
CONTRATTI - Ci sono ancora i contratti di finanziamento da certificare, ma ormai sembra tutto in via di risoluzione. Anche se gli americani avrebbero preferito che Unicredit, fosse intervenuta in precedenza, soprattutto per quel che riguarda il vertice della Roma, per non rischiare che ci fossemelina da parte di qualcuno, a proposito delle vicende societarie. Come è accaduto nel recente passato. C’è stato qualche episodio che ha fatto storcere la bocca a DiBenedetto e soci. Come, per esempio, il rinnovo del contratto di collaborazione con il «Gemelli», scadenza nel 2012, prolungato dalla vecchia proprietà il ventotto febbraio scorso per ulteriori tre anni (costo 45.000 euro a stagione), senza che qualcuno si sia preoccupato di avvertire la futura proprietà. C’è stato qualche attrito, inoltre, nel momento in cui è stato necessario concedere la delega per la firma di Luis Enrique. La firma, da parte della dottoressa Rosella Sensi, è stata messa (a favore del dottor Venturini), ma solo per la questione dell’allenatore, per il resto, la firma è rimasta dov’era. E gli americani, ovviamente, fanno fatica a capire perché. Così come non capiscono come mai, ancora oggi, la società giallorossa in Lega (e quindi per i diritti televisivi, anche se ieri la Sensi in assemblea ha comunicato la sua astensione dal voto perché così vogliono gli americani) continui a essere rappresentata dalla vecchia proprietà. ANGELINI - Se la vicenda Unicredit americani sembra ormai avviata a una felice conclusione, rimane al contrario misterioso il partner italiano che nel prossimo futuro dovrà rilevare non meno del venti per cento del quaranta che rimarrà all’Istituto bancario di piazza Cordusio. Qualcosa succederà, ma per ora non ci sono certezze. Anche se, a questo proposito, c’è da dire che quando James Pallotta (uno dei quattro soci americani) si presentò a Roma, passò troppo inosservato un incontro, sabato ventuno maggio, nell’albergo vicino a Piazza del Popolo che lo ospitava, con Giovanni Malagò. Ora, senza nulla togliere al presidente del Circolo Canottieri Aniene, ci mancherebbe, ma perchè Malagò doveva incontrare Pallotta? Ci risulta che nel corso di quell’incontro si parlò anche dello stadio, ma probabilmente pure di altro. Magari proprio del socio italiano che arriverà. O forse dei soci, perché non è da escludere che possa essere più di uno il sociomade in Italy.E allora, in quell’incontro all’Hotel de Russie, non è che il dottor Malagò abbia cominciato a presentare gli italiani? In più si può dire che certamente, nella lista di Unicredit, ci sono i nomi di tre imprenditori romani, Angelini, Parnasi e Toti. Sul primo possiamo aggiungere che, recentemente, a chi gli chiedeva un parere sul gruppo americano, la risposta è stata estremamente positiva.
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