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Roma, la cessione è vicina: in vantaggio gli americani

(Il Messaggero – R.Dimito) Gli americani di Thomas R. DiBenedetto fanno un passo in avanti verso la conquista della As Roma, ma per ottenere l’esclusiva devono fornire entro sabato 12 alcune integrazioni dell’offerta.

Redazione

(Il Messaggero - R.Dimito) Gli americani di Thomas R. DiBenedetto fanno un passo in avanti verso la conquista della As Roma, ma per ottenere l’esclusiva devono fornire entro sabato 12 alcune integrazioni dell’offerta.

In particolare, secondo quanto risulta a Il Messaggero, i chiarimenti sono principalmente due: chiarezza sulla compagine azionaria della newco controllata dalla ”DiBenedetto As Roma llc” che ha presentato l’offerta e il prezzo.

Le altre quattro offerte - Claraz, Giampaolo Angelucci, fondo arabo e la finanziaria francese - restano in stand by in attesa dei chiarimenti della cordata Usa. Ma i giochi sono quasi fatti. La decisione di selezionare perchè «più competitiva» la proposta d’acquisto presentata dalla società dall’imprenditore sportivo DiBenedetto, Julian Movsesian, Michael A. Ruane, Arthur Falcone e Williams C. Powers è scaturita ieri sera al termine della riunione svoltasi in conference call tra Roma e Milano.

A DiBenedetto & c è stato richiesto «di fornire alcune ulteriori informazioni e integrazioni alla propria offerta» si legge nella nota congiunta Italpetroli Unicredit. «Si prevede che tali attività si possano svolgere in pochi giorni in modo da decidere a breve con quali modalità definire un periodo di esclusiva finalizzato alla negoziazione delle condizioni definitive dell’operazione».

Nella sede di Unicredit della capitale c’erano Rosella Sensi, l’avvocato Gianumberto de Giovanni (studio Lovells), nella sede di Milano il vicedirettore generale Paolo Fiorentino, il capo del corporate & investment banking Piergiorgio Peluso, gli avvocati Roberto Cappelli (studio Grimaldi e associati), Massimo Tesei (studio Carbonetti), Antonio Muto, dirigente della banca e il professor Attilio Zimatore, presidente di Italpetroli e di Roma 2000, oltre ad Alessandro Daffina, capo di Rothschild.

Daffina avrebbe illustrato le offerte pervenute lunedì scorso sottolineandone punti di forza e di debolezza relativamente al prezzo di acquisto - si avvicinava agli americani la proposta di Claraz - ma anche ai piani di sviluppo e rilancio del club, secondo elemento prioritario tenuto in considerazione da piazza Cordusio. Delle cinque, sembra che due si sarebbero dimostrate palesemente deboli sotto tutti i punti di vista, ma anche quelle di Angelucci e Claraz avrebbero presentato qualche lacuna specie sul piano industriale, riguardo durata e investimenti. L’offerta Usa invece sarebbe vantaggiosa anche se Unicredit confortata dai propri legali, avrebbe sollecitato qualche aggiustamento.

Partiamo dal prezzo: gli americani offrono per il 67% della Roma detenuto da Italpetroli tramite Roma 2000 circa 120-130 milioni. Fiorentino ha avuto da uno degli ultimi consigli di piazza Cordusio il mandato a cedere il club a un prezzo che non può essere inferiore a circa 140 milioni. Sotto questo valore la banca registra una perdita. Ecco perchè, quindi, tra le integrazioni dell’offerta ci sarebbe anche quella di alzare il prezzo. Poi i legali avrebbero aggiunto la richiesta di avere dettagli precisi sulla composizione azionaria della newco. Se le integrazioni verranno accettate, gli Usa avranno un’esclusiva per 1-3 settimane. Unicredit, come ha confermato ieri l’a.d. Federico Ghizzoni, rileverà il 40% diretto nella As Roma alla quale concederà un finanziamento di una cinquantina di milioni e parteciperà alla ricapitalizzazione e al piano di rilancio a 3-5 anni investimenti totali di 80-90 milioni.

Il piano prevede interventi sullo stadio e su Trigoria. Sembra vicina al traguardo la cessione del club che negli ultimi tempi ha attirato l’attenzione della Consob: ieri mattina Italpetroli e Unicredit hanno comunicato di non poter dare ragguagli sulle offerte, confermando che fra le cinque non c’era Aabar. Claraz, domiciliata in Lussemburgo presso la Edmond de Rothschild, rappresenta anche investitori di Aabar.