rassegna stampa roma

Roma, il veleno è nella coda

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) – Può dipendere dalla concentrazione, perché magari una squadra che gioca insieme da poco tempo e ha cambiato del tutto direttive tattiche, fatica a tenere alta l’attenzione per novanta minuti.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) - Può dipendere dalla concentrazione, perché magari una squadra che gioca insieme da poco tempo e ha cambiato del tutto direttive tattiche, fatica a tenere alta l’attenzione per novanta minuti.

O forse di mezzo c’è anche un po’ di sfortuna. «Sicuramente non è una questione di tenuta fisica, perché è impossibile accusare cali per i ritmi con cui lavoriamo» precisò qualche tempo fa il tecnico giallorosso Luis Enrique. Fatto sta che la Roma ha uno dei suoi punti deboli nei secondi tempi, nel senso che durante la ripresa sono arrivati 11 dei 14 gol subiti finora in campionato. Il dato si inasprisce se viene considerato il play off (andata e ritorno) di Europa League, perso con lo Slovan Bratislava: 13 gol subiti nei secondi tempi su 16 totali. E la sconfitta subita sul campo dell’Udinese ha confermato la tendenza, che sta diventando brutta abitudine.

CLASSIFICHE - Il danno che si materializza quando la Roma rientra dagli spogliatoi per giocare la seconda frazione di gara, non è da poco. In campionato tre punti in più, prima di tutto, se le partite finissero al quarantacinquesimo: 20 invece che 17. Ma è l’analisi parziale che non lascia per niente tranquilli. Infatti se i punti in classifica fossero assegnati soltanto in base ai risultati maturati nei secondi tempi, la Roma avrebbe soltanto 12 punti. E la differenza netta tra prima e seconda frazione dice, alla casella relativa alla Roma, -8 (20 contro 12), non una cosetta. Un problema, un caso, semplice malasorte: fatto sta che ora Luis Enrique e i suoi collaboratori, nel lavoro che porteranno avanti, dovranno concentrarsi anche su quest’aspetto, per alzare il livello generale di concentrazione lungo tutto l’arco della partita.

EPISODI - Dopo il doppio impegno europeo, che ad agosto ha sancito l’uscita dall’Europa League, la Roma ha iniziato il campionato con il Cagliari: già da allora Conti e El Kabir infierirono nel secondo tempo. Poi, dopo lo 0-0 di Milano con l’Inter, il Siena all’Olimpico. Vitiello approfittò degli ultimi 2 minuti di partita, segnando il gol dell’1-1 al 43’ st. Porta inviolata a Parma, non in casa con l’Atalanta, il primo ottobre: Denis ha segnato subito dopo il rientro delle squadre in campo (2’ st). Il primo tempo del derby poi, era terminato con la Roma in vantaggio, nel secondo tempo però, prima il rigore di Hernanes e poi il destro di Klose all’ultimo assalto, hanno ribaltato il risultato. Stekelenburg è rimasto imbattuto all’Olimpico con il Palermo, ma a Genova ha avuto grandi responsabilità sul gol decisivo di Kucka, segnato a un minuto dal fischio finale. Con il Milan, Ibrahimovic ha segnato il terzo gol dei suoi, quello che in pratica ha chiuso la partita, mezz’ora (33’) dopo il rientro in campo post intervallo. Porta inviolata a Novara, poi la rete di Bertolacci con il Lecce (16’ st) che ha messo più di qualche brivido finale, e infine Di Natale e Isla sabato scorso.

FINALI - Ancora: degli 11 gol presi in esame, 6 sono stati subiti dalla Roma negli ultimi 10 minuti di partita (salgono a 8 considerando lo Slovan). Come a dire che il secondo tempo è fatale ma gli ultimi 600 secondi ancora di più. La Roma riflette sul dato negativo, bisognerà individuare le cause e porre rimedio al più presto. Anche perché, e siamo ai tifosi giallorossi, se non c’è gioia più grande di una partita vinta all’ultimo, è vero anche il contrario: quando si perde poco prima che l’arbitro fischi la fine fa molto più male di qualsiasi altra sconfitta.